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Zombitudine Zombitudine Hot

Zombitudine

Cast, Crew, Infos - Teatro

Titolo originale
Zombitudine
Autore
Elvira Frosini, Daniele Timpano
Interpreti
Elvira Frosini, Daniele Timpano
Scene
Alessandra Muschella
Luci
Marco Fumarola
Compagnia
amnesiA vivacE, Kataklisma in collaborazione con Teatro della Tosse, Fuori Luogo – La Spezia, Teatro dell’Orologio

A occupare il palco ci sono solo il sipario, una valigia e due corpi: quello di un uomo riverso sul proscenio e quello di una donna in piedi, con la testa nascosta nel panno rosso. Sono entrambi ben illuminati, stinti e stropicciati come gli abiti giallognoli che hanno indosso, sospesi in un’immobilità irreale che sembra preludere a un rianimarsi improvviso, a uno scatto inconsulto. Puntualmente, dopo pochi istanti, lo spettatore viene travolto dal loro risveglio.

La prime parole pronunciate sono un allarme preoccupante: arrivano i morti viventi, è la fine, niente panico.  Zombitudine, il nuovo spettacolo di Elvira Frosini e Daniele Timpano in anteprima nazionale al Teatro della Tosse, inizia così, con il corpo che prende vita e trascina se stesso – e ciò che lo circonda – nel mistero di un’apocalisse imminente. Il teatro è un bunker precario e il pubblico l’ultimo gruppo di fortunati che forse riusciranno a salvarsi dalla minaccia esterna che preme, che avanza a testa bassa. Gli zombi sono alle porte, stanno per morderci le caviglie, perderemo ogni cosa e l’esistenza di ognuno sarà risucchiata nel buio: la situazione, insomma, è al solito disperata ma tutt’altro che seria. Ai due protagonisti – e agli spettatori - non resta che attendere l’inevitabile tra un autoscatto da postare su Facebook, uno spuntino rancido e qualche sussulto orgasmico di rabbia e disperazione, attratti dal pericolo sempre più concreto (i non-morti bavosi e puzzolenti, come gli extracomunitari dipinti dalle propagande xenofobe) o forse finalmente risvegliati dalla consapevolezza di non essere mai stati altro che incubatrici di un morbo devastante (la zombitudine del titolo, che da sempre narcotizza le nostre vite di pasciuti italiani e occidentali). Alla stasi dell’assedio non può corrispondere, per contrasto, che lo sfaldamento del tempo teatrale in una miriade di a parte, di parentesi, di sbrodolamenti, di riflessioni a ruota libera, di interazioni con la platea, e persino di invocazioni, preghiere e lamenti. Il tutto in un saliscendi emotivo a tratti davvero vertiginoso, che conferma il talento della stralunata coppia di attori-autori, colti e spericolati iconoclasti con un debole per le retoriche impolverate e il materiale basso del pop cine-televisivo e musicale. Senza soluzione di continuità, infatti, al monologo segue il battibecco, all’esplosione verbale il silenzio, al gesto studiato il tarantolismo, all’accenno di coreografia l’inciampo, mentre nello spettatore il ridere più sbracato si alterna alla sorpresa per i continui cambi di tono, i continui salti di ritmo. Tra lo sghignazzo e lo sconcerto, il tour de force scenico scaturito dal lungo e articolato Progetto Zombitudine (la partecipazione a Perdutamente del Teatro di Roma e il workshop Corpo Morto a Genova, le molte incursioni urbane con attori zombizzati) si presta così a molte letture, tutte più o meno plausibili, tutte allo stesso modo rischiose, incomplete e in parte limitanti. Fioccano le definizioni possibili: happening surreale, sberleffo comico - orrorifico, esperimento meta-teatrale e meta - tutto, gioco beckettiano aggiornato all’epoca della telefonia mobile e dei social network, e infine storia d’amore, fusione definitiva di due destini di fronte a un gran finale apocalittico che è al contempo presa d’atto e rifiuto, fuga e resa, liberazione e annichilimento, mesta resurrezione e tramonto irreversibile. Non a caso, in conclusione – ma non vogliamo rivelare troppo – l’autodafé di questa irresistibile satira a circuito chiuso sulla necrosi dell’Occidente si spegne tra i fumi di un insospettabile e pudico romanticismo. In un intrecciarsi di dita ormai in cancrena che lascia, dopo tante risate, con il più amaro e tenero dei sorrisi.

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opinioni autore

 
Zombitudine 2013-12-02 17:10:14 Umberto Rossi
Giudizio complessivo 
 
8.0
Opinione inserita da Umberto Rossi    02 Dicembre, 2013
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