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Il gioco dei re Il gioco dei re Hot

Il gioco dei re

Cast, Crew, Infos - Teatro

Titolo originale
Il gioco dei re
Autore
Luca Viganò
Interpreti
Antonio Zavatteri, Aldo Ottobrino, Massimo Mesciulam, Alberto Giusta, Alice Arcuri, Fabrizio Careddu, Cristiano Dessì.
Scene
Guido Fiorato
Musica
Andrea Nicolini
Luci
Sandro Sussi
Compagnia
Teatro Stabile di Genova, Napoli Teatro Festival Italia

Al centro de Il gioco dei re, il nuovo dramma di Luca Viganò, vi è il tormentato rapporto che unì José Raúl Capablanca (1888 – 1942) e Alexander Alekhine (1892 – 1946), celebri campioni di scacchi a cavallo tra le due guerre mondiali del secolo scorso.

Lontani per storia personale e indole - enfant prodige cresciuto in seno alla borghesia cubana il primo, nobile russo in esilio il secondo – i due incrociarono sulla scacchiera i propri destini, finendo col legare le rispettive vite all’esito finale dello scontro. Il testo ripercorre con acume le tappe salienti della loro rivalità, un’amicizia – forse mai del tutto sincera, forse semplicemente impossibile - minata dall’invidia e divenuta infine opposizione aperta, ai limiti della crudeltà. L’andamento della rievocazione è però irregolare, con salti d’epoca e rapidi cambi di scenario in un andirivieni spazio-temporale continuo e vagamente meccanico, come le mosse di un giocatore in trance. I brevi quadri, gestiti con precisione dall’attenta regia di Marco Sciaccaluga, ricompongono il puzzle, consegnando allo spettatore due personaggi ben sbozzati in tutta la loro complessità psicologica. Di Capablanca (Antonio Zavatteri) vengono mostrati l’universo familiare a Cuba, la devozione del padre (Fabrizio Careddu), l’innamoramento per la bella Olga Choubaroff (Alice Arcuri), destinata a diventare sua moglie, e la prima sfida per il titolo di campione del mondo contro il tedesco Lasker (Alberto Giusta) nel 1921. Ne emerge il ritratto di un fuoriclasse dal grande talento seduttivo, condannato tuttavia a soccombere, per appagamento e troppa supponenza, al genio ostile e pericoloso dell’amico-nemico. Di Alekhine (Aldo Ottobrino), infatti, è soprattutto il crescendo ossessivo ad essere messo in evidenza, la sua ammirazione per il rivale – al quale strapperà lo scettro nel 1927 - trasformatasi in risentimento e sfociata in un disperato desiderio di competizione acuito dalla consapevolezza della propria superiorità strategica nel gioco. Tutto lo spettacolo non è in fondo che la ricostruzione di questo progressivo incancrenimento, una penetrazione a tratti molto incisiva nell’infelicità privata di due uomini uniti e al contempo divisi dalla stessa ossessione per il primato.

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Il gioco dei re
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opinioni autore

 
Il gioco dei re 2013-11-11 16:31:54 Umberto Rossi
Giudizio complessivo 
 
7.0
Opinione inserita da Umberto Rossi    11 Novembre, 2013
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