Adriàn Schvarzstein è un imprevedibile ebreo catalano dai mille talenti. Cresciuto artisticamente in Italia, dove ha studiato commedia dell’arte a partire dal 1989, si è presto spostato in Belgio e da lì in tutto il continente, costruendo performance dopo performance, una fortunata carriera da clown e showman.
Sin dal primo exploit da solista, The Greenman, la sua ricerca si è orientata verso la rottura dei vincoli spaziali della rappresentazione e il coinvolgimento dello spettatore nell’azione teatrale. L’esperienza accumulata nelle grandi piazze europee lo ha infine condotto ad un capocomicato sui generis e al successo itinerante delrc Cius Klezmer, in repertorio dal 2004. Quest’ultimo spettacolo, ispirata ai quadri di Marc Chagall e alle sonorità della tradizione musicale ebraica, ci trasporta nell’Europa dell’est, in uno di quegli ormai scomparsi microcosmi yiddish immortalati dalla penna di Isaac Bashevis Singer. La trama è semplice: una piccola comunità askenazita si trova ad affrontare i preparativi del matrimonio di due giovani, tra baruffe, inconvenienti e psicodrammi. Ha inizio un susseguirsi caotico di situazioni elementari ma divertentissime, rese sotto forma di veri e propri numeri da circo. Acrobazie, equilibrismi, buffonerie e virtuosismi mimici si alternano al centro del villaggio sulle note dei musicisti klezmer, travestiti da commercianti e impegnati in un forsennato accompagnamento tutto fisarmoniche, violini e clarinetti scatenati. Gli spettatori vengono trascinati sul palco a far da spalle mute e imbarazzate, a suonare o più semplicemente a farsi travolgere per pochi minuti dall’entusiasmo del cast di straordinari fantasisti. Il risultato è perciò grande festa circense in cui antichi bozzetti di matrice letteraria (lo scemo del villaggio, la bella trapezista, il giocoliere e la moglie gelosa) prendono vita e accompagnano il pubblico in una dimensione lontana e spensierata, fino al puntuale sposalizio conclusivo.