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Nascosto dove c’è più luce Nascosto dove c’è più luce Hot

Nascosto dove c’è più luce

Cast, Crew, Infos - Teatro

Titolo originale
Nascosto dove c’è più luce
Autore
Gioele Dix (con la collaborazione di Andrea Midena)
Interpreti
Gioele Dix, Cecilia Delle Fratte.
Scene
Francesca Pedrotti
Musica
Savino Cesario
Luci
Carlo Signorini
Compagnia
Bananas s.r.l. e Teatro Franco Parenti

Il confine tra eclettismo e schizofrenia è spesso molto sottile. Ne è un esempio abbastanza evidente la carriera ormai più che trentennale di Gioele Dix, al secolo David Ottolenghi, personaggio tra i più amati dal pubblico italiano. Il suo percorso artistico, infatti, lo ha portato a vivere pressoché ogni tipo di esperienza teatrale, dall’underground ai classici (Molière e Shakespeare, in particolare), dal teatro musicale (il Corto Maltese sulle note di Paolo Conte) al recital poetico, fino al cabaret puro al Derby Club e allo Zelig.

Il commediante e regista milanese, insomma, non si è mai posto limiti. Per dirla con Woody Allen, basta che funzioni. Anche il suo ultimo lavoro, Nascosto dove c’è più luce, appare figlio di questa disinvoltura estrema, di questa perenne oscillazione tra forme e toni differenti. Lo spunto è semplice: risvegliatosi da un sogno tormentato, un attore si ritrova in una sorta di etereo Aldilà, alle prese con il proprio passato e con le domande dello sfuggente angelo (Cecilia Delle Fratte) che sembrerebbe dover stabilire se spedirlo in Paradiso o tra le fiamme dell’Inferno. La situazione offre l’opportunità di riflettere sulle gioie e i dolori che caratterizzano l’esistenza di ciascuno di noi. Il flusso di pensieri del protagonista – ed è palese l’autobiografismo di fondo - diventa il racconto ondivago e frammentato di una vita da teatrante sospesa tra il desiderio spasmodico dell’applauso, l’ansia da prestazione e le piccole incertezze della vita quotidiana. Viaggiando ad ampie falcate indietro nella memoria, si ride di tutto: dei rapporti uomo-donna, degli incontri imprevedibili, delle mille idiosincrasie dell’uomo contemporaneo, dell’ambizione, dell’invidia e persino della morte. La commistione tra l’alto (i temi universali) e il basso (la risata liberatoria – e in parte catartica) si risolve in un umorismo leggero e spensierato, intriso di una malinconia tutt’altro che fasulla. Lo spettacolo si rivela così un collage di brevi monologhi comici tenuti insieme dal filo esilissimo del bilancio ultraterreno, da sporadiche suggestioni musicali (Mr. Bojangles di Sammy Davis jr.) e dal talento di un mattatore sornione sempre abile nel giostrare tra la battuta greve e l’effetto nostalgia. Nulla di trascendentale, ma indiscutibilmente accattivante.

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Nascosto dove c’è più luce

opinioni autore

 
Nascosto dove c’è più luce 2013-03-01 10:29:00 Umberto Rossi
Giudizio complessivo 
 
7.0
Opinione inserita da Umberto Rossi    01 Marzo, 2013
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