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Banquo

Cast, Crew, Infos - Teatro

Titolo originale
I,Banquo
Autore
Tim Crouch, dal Macbeth di William Shakespeare (1564 – 1616). traduzione Pieraldo Girotto
Interpreti
Enrico Campanati
Luci
Matteo Selis
Compagnia
Fondazione Luzzati Teatro della Tosse

Spesso basta cambiare prospettiva per trovare nuovo senso in un testo. Lo sa bene Tim Crouch, autore, regista e performer britannico originario di Brighton, una delle figure più vitali e, al contempo, meno conosciute in Italia del teatro anglosassone contemporaneo. La sua impresa drammaturgica di maggior rilievo è, infatti, il ciclo denominato I, Shakespeare, composto di I, Malvolio, I, Banquo, I, Caliban e I, Peaseblossom. Sono quattro ardite riscritture incentrate su altrettanti personaggi secondari di celebri testi del Bardo, assurti per la prima volta a protagonisti, a voci narranti attraverso cui decostruire dall’interno trame e dinamiche di opere così note da non avere più, apparentemente, zone d’ombra da cui poter far emergere letture inaspettate.

Il lavoro di questo drammaturgo ha suscitato l’interesse di Fabrizio Arcuri, condirettore artistico della Tosse e fondatore di quell’Accademia degli Artefatti da sempre così attenta alla scena inglese, che non a caso, per la sua prima regia genovese della stagione, ha scelto di portare in scena I, Banquo (2005), semplicemente Banquo nella traduzione di Pieraldo Girotto. E’ un libero adattamento del Macbeth (1606) dedicato alla figura del generale scozzese fatto ammazzare nel corso dramma dal nobile regicida, affidando il ruolo di protagonista assoluto a Enrico Campanati. Calato in una scenografia appariscente, dominata da un ingombrante bancone bianco da night club, dalla consolle del tecnico audio (spalla silenziosa sempre presente sul palco, a incarnare il figlio Fleance) e da un amplificatore per chitarra, il dramma shakespeariano si trasforma in monologo, in un one man show condotto da un mattatore in completo immacolato, alla Tony Manero. Banquo, fantasma chiacchierone, torna dall’Aldilà e, aggirandosi tra i posti a sedere della sala, si rivolge direttamente a un pubblico inaspettatamente privato del tranquillizzante anonimato fornito dal buio, ripercorrendo i fatti dal suo esclusivo punto di vista. Con foga e straniante umorismo nero, racconta l’efferatezza e il dolore, l’ambizione e gli omicidi, la maledizione oscura - da cui era impossibile difendersi - rappresentata dalle profezie di fortuna e sventura (veri e propri motori del testo di William Shakespeare) delle Streghe. Non manca, poi, l’inserimento di un dubbio atroce, ancor più persecutorio e indelebile del sangue con cui s’imbratta progressivamente il vestito: ovvero cosa sarebbe successo se, al posto di Macbeth, il destino di assassino del proprio re fosse capitato a lui, se cioè fosse stato Banquo, soldato valoroso e amico leale, a essere spinto verso crimini orrendi per sete di potere. A cambiare, dunque, non è solo la prospettiva interna sulla tragedia, ma l’utilizzo stessa del testo e della rappresentazione, con gli spettatori non più immobili ad assistere allo svolgersi dell’azione attraverso il tormento crescente di Macbeth, ma trascinati nella rievocazione, coinvolti direttamente e addirittura trasformati in personaggi (Immaginate! È il tormentone) dallo spirito nervoso di Banquo. Questa scelta, tanto rischiosa quanto brillante, offre allo spettacolo grande dinamismo e, se possibile, nuova angosciosa drammaticità, gettando luce rivelatrice su una figura troppo spesso trascurata nelle messinscene di quel coacervo di umori neri e ossessioni laceranti che è il Macbeth. Il risultato, alla fine, è uno spettacolo coinvolgente e spiazzante, di grande intelligenza, dominato con sicurezza da un ammirevole Enrico Campanati.

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opinioni autore

 
Banquo 2013-01-25 16:12:52 Umberto Rossi
Giudizio complessivo 
 
7.0
Opinione inserita da Umberto Rossi    25 Gennaio, 2013
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