L’anno che si sta chiudendo ha ospitato, fra molte altre celebrazioni, anche il bicentenario della nascita dello scrittore inglese Charles Dickens (1812 – 1870), un autore passato alla storia per il modo mirabile con cui ha saputo descrivere la condizione dei ceti più poveri nella Londra ottocentesca. A lui si deve anche un forte contributo a quel filone che sarà poi definito del romanzo sociale. In questo senso uno dei suoi testi più noti è Oliver Twist (Oliver Twist; or, the Parish Boy's Progress) presentato inizialmente sotto forma di racconto a puntate dalla rivista Bentley's Miscellany, che lo pubblicò nei numeri editi fra il febbraio 1837 e l'aprile 1839 corredato da illustrazioni di George Cruikshank, uno dei più noti caricaturisti dell’epoca.
Il romanzo racconta le terribili avventure di un ragazzino creduto orfano, in realtà figlio di una donna della buona società morta dandolo alla luce. Per arrivare al lieto fine, in cui saranno pienamente riconosciuti i suo diritti, il giovane dovrà attraversare una serie di vicende che lo porteranno a lavorare in un’impresa di pompe funebri e a partecipare a una banda di ladri – fanciulli al servizio di uno spietato criminale. Emilia Marasco e Carla Peirolero, quest’ultima anche in veste d’attrice, hanno racchiuso in un’ora e un quarto le quasi 500 pagine del libro avvalendosi di un bel gruppo di ragazzini di varie etnie, tanto entusiasti quanto indisciplinati. Molte fasi sono affidate a voci fuori campo che provengono da un grande telone utilizzato come teatro delle ombre con risultati più felici sul piano del riassunto del racconto che non su quello della felicità espressiva. Ne nasce una spettacolo generoso e simpatico a cui da un contributo tutt’altro che trascurabile la bella voce di Roberta Alloisio, ma che rimane al disotto di altre proposte di questa compagnia.