Come autore teatrale Mario Bagnara ha tre grandi passioni: il dialettale, i temi religiosi e i gialli. Il maestro di tango appartiene a quest’ultimo genere e racconta una storia non molto originale, ma costruita in maniera abile. Una giovane sposata da poco va da uno psichiatra per liberarsi dall’incubo di aver commesso un delitto e averne commissionato un altro. Il colpo di scena finale, per la verità non originalissimo, rivelerà che le cose non stanno proprio come sembrano e che i due delitti non è certo siano realmente avvenuti.
Il dato più interessante dello spettacolo, diretto e interpretato da Lorenzo Costa, sta nella commistione fra ballo e parti recitate. Se queste ultime possono apparire abbastanza usuali, l’unione con la danza appare decisamente nuova e funzionale allo sviluppo del racconto. E’ qui che la Federica Ruggero, interprete principale dello spettacolo, oltre a confermare di essere attrice brava e bella, sorprende per le ottime capacità di tanghera e con una performance di danza che tiene testa e supera in passione le doti dei ballerini semiprofessionisti che accolgo il pubblico all’entrata in sala. Nel complesso sia la regia sia la messa in scena si collocano ad un ottimo livello, confermando i momenti migliori a cui ha dato vita il lavoro di Lorenzo Costa e dei suoi collaboratori. In altre parole un testo di genere ben scritto e proposto con intelligenza e originalità.