Franca Valeri (1920) è una delle attrici più versatili e professionalmente longeve di teatro, cinema e televisione italiani. E’ anche una pregevole sceneggiatrice e autrice di libri. Proviene da una famiglia ebrea, da parte del padre, della borghesia milanese e da queste sue origini ha tratto spunto per personaggi che sono rimasti negli annali dello spettacolo italiano: la signorina snob, Cesira la manicure.
A novantadue anni e con un bel po’ di problemi fisici ha avuto la forza di scrivere e interpretare Non tutto è risolto, testo, portato sul palcoscenico da Giuseppe Marini. La scena è unica e raffigura una grande stanza debitamente deruta di un palazzo del seicento. Qui una non meglio precisata Contessa, la sua segretaria che non riceve più lo stipendio da molti mesi e che è legata alla padrona da un rapporto di amore odio, un figlio già adulto che lei non ha mai riconosciuto e una portinaia che diventerà la sua cameriera, parlano dei temi passati, della decadenza che avanza nonostante i tentativi di celarla, della malattia e, sullo sfondo, della morte. E’ il quadro di una vita vissuta fra disprezzo per le banalità, sperpero materiale, malcelato senso di superiorità intellettuale. In poche parole, è il ritratto di una sorta di signorina snob sul viale del tramonto, ma senza alcun rimpianto per il passato. Nello spettacolo c’è una giusta miscela di cattiveria, gioco, consapevolezza della propria superiorità intellettuale. In definitiva è un omaggio lucido a una vita spesa nel mondo dello spettacolo senza farsene condizionare, ma con la capacità di guardare dritto negli occhi problemi, bassezze, grandezze artistiche.
