Bertolt Brecht (1898 – 1956) scrisse La resistibile ascesa di Arturo Ui (Der aufhaltsame Aufstieg des Arturo Ui) nel 1941, durante l’esilio in Finlandia. Una lunga fuga dalle persecuzioni naziste che lo portò, attraverso Cecoslovacchia, Austria, Svizzera, Francia, Danimarca, Svezia, Finlandia, Unione Sovietica, Stati Uniti ad approdare, dopo la fine della seconda guerra mondiale, a Berlino Est dove fondò e diresse, assieme alla moglie Helene Weigel (1900 – 1971), il teatro Berliner Ensemble.
Per lungo tempo questo testo, che mette in scena una metafora della presa del potere d'Adolf Hitler attraverso la conquista da parte di un gangster del mercato dei cavoli di Chicago, fu considerato una sorta di opera minore del grande drammaturgo. Un testo politicamente importante ma privo di quella visione poetica e stilistica che segna le sue opere più note, da L'Opera da tre soldi (Die Dreigroschenoper, 1928) a Madre Coraggio e i suoi figli (Mutter Courage und ihre Kinder, 1939). E’ merito della regia di Claudio Longhi e del lavoro sulla scena di Umberto Orsini e di un gruppo di giovani attori d’intuibile grande avvenire, l’aver smentito queste visioni riduttive proponendo uno spettacolo in cui quel testo assume un valore di rande attualità e mette in luce elementi di originalità e innovazione. Il primo obiettivo è raggiunto con un approccio che, senza cancellare i legami fra Arturo Ui e Adolf Hitler, pone l’accento su una lezione, attualissima, che radiografa l’orrore di una violenta ascesa al potere. In questo modo la parabola assume attualità e spazia nel tempo diventando discorso valido bel oltre i confini storici del Terzo Reich. Il secondo approccio fa leva su una regia dotata di grande forza fantastica, un respiro capace di trasformare una montagna di cassette di plastica in scenografia essenziale e perfetta. Il resto lo fanno gli attori con la loro abilità vocale, recitativa e fisica. Umberto Orsini s’impone su tutti con una prestazione destinata a rimanere nella memoria e a saldare armonicamente e in modo inquietante passato e presente.
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