La compagnia Gloriababbi Teatro, nata da un gruppo di allievi della Scuola dello Stabile di Genova che si sono messi assieme dopo il diploma, predilige testi che ruotano attorno ad emarginati, falliti, persone raggirate dalla sorte. Anche Sogno d’amore ha per protagonisti un gruppo di giovani non baciati dal successo, né con l’altro sesso, né sul mercato del lavoro. Gianni è appena arrivato a Roma per completare la sceneggiatura di un film, Pasquale è un bidello quarantacinquenne che vive lontano di casa e non aspetta altro se non la lettera di trasferimento nella natia Puglia, Ivan è un russo che tenta di affermarsi nel mondo dello spettacolo con una magistrale interpretazione di Otello, Il Filosofo sopravvive rinchiuso nella sua stanza da cui esce solo per sparare frasi fatte e citazioni.
I quattro condividono un appartamentino e intreccino i rispettivi triboli. Ne nasce un ritratto che si vorrebbe generazionale, ma che Giampiero Rappa ha steso con qualche ovvierò e portato sul palcoscenico senza troppa fantasia. Siamo lontani dalle prove che questa compagnia ha dato in passato quando affrontò I due fratelli (2001, testo di Fausto Paravidino, regia di Filippo Dini) o Il riscatto (2006, testo e regia di Giampiero Rappa). Questa volta il tono e il quasi lieto fine sono più simili a quelli della commedia di consumo che non a una riflessione sofferta e ironica sul destino di un’intera generazione.