Roddy Doyle (1958) è uno scrittore e autore cinematografico irlandese cui si devono i testi di alcuni film molto importanti, come quelli che formano la trilogia composta di The Commitments (1992), diretto da Alan Parker, The Snapper (1993) e Due sulla strada (The van, 1996), regia di entrambi di Stephen Frears, che lo scrittore ha sceneggiato sulla base di suoi romanzi editi nel 1987, 1990 e 1996. Anche La donna che sbatteva nelle porte (The Woman Who Walked into Doors, 1996) nasce da un libro che Giorgio Gallione ha adattato a monologo per Marina Massironi.
Una quasi quarantenne, che mantiene i figli da sola facendo le pulizie in uffici e case private, racconta il suo calvario di figlia di genitori che non la amano, studentessa emarginata, moglie del bello del quartiere che, ben presto, precipita nell’alcolismo, perde il lavoro e la picchia. Lei stessa ama oltremodo la bottiglia ed è legata al marito violento da un sentimento complesso, lei scambia per amore, che le impedisce sia di denunciarlo sia di fuggire da casa. Tuttavia, quando l’uomo inizia a mostrare attenzioni sospette per la giovane figlia, nella donna scatta una scintilla: lo picchia a sangue con una padella e lo getta letteralmente fuori di casa. L’attrice racconta questa storia, che purtroppo ha echi in molte vicende reali, con intelligenza e partecipazione, misurando i toni e rendendo tragicamente credibile ogni tappa. La regia, come il solito semplice e raffinata, guida la protagonista in una scena apparentemente semplice – alcuni vecchi elettrodomestici, un tavolino, qualche seggiola – ed estremamente funzionale al discorso registico e al dramma rappresentato. Questa casalinga comune è davvero l’emblema di milioni di donne umiliate, offese e ferite da uomini violenti e brutali, figli di una società maschilista e feroce.