Raul Gardini (1933 – 1993) è stato uno degli imprenditori coinvolti nella stagione di Mani Pulite (1992 – 1994). Un repulisti giudiziario che finirà col distruggere molti dei partiti che avevano animato la cosiddetta prima repubblica. Individuato come uno dei responsabili della maxitangente Enimont, di cui era presidente, si ucciderà con un colpo di pistola. Questa versione ha suscitato molti dubbi: l'arma esplose ben due colpi, che nessuno sentì e fu trovata regolarmente riposta nel comodino, sul cinturino e sulla mano destra del morto non furono trovate tracce di polvere da sparo.
Corrado Augias e Vladimiro Polchi hanno dedicato alle ultime ore del suicida un testo, L’ultima notte – Anatomia di un suicidio, che approda sul palcoscenico per la regia di Andrea Liberovici. Diciamo subito che non si tratta né di un copione di rilievo, né di una messa in scena memorabile. Lo spettacolo ricostruisce la personalità dell’imprenditore, senza neppure accennare ai dubbi sulla sua morte, affidando ad alcuni bervi filmati, tratti dalle teche Rai, la revocazione del personaggio e dello spirito dell’epoca. Sono materiali che non fanno neppure intuire la complessità dei fatti e finiscono per configurare il suicida come una sorta di gigante vittima di un sistema dominato da omuncoli piccoli e pavidi. La realtà storica, invece, assegna a questo industriale, venuto dal commercio delle granaglie e diventato il re della chimica italiana, un ruolo cardine nella costruzione di un sistema di corruzione diffusa, segnata da intrecci illegali con la politica. Dal punto di vista registico, poi, non si va oltre la declamazione del testo, approssimativamente immerso in uno scenario dominato da specchi che riflettono palcoscenico e pubblico (come dire: siete tutti coinvolti e responsabili). Un colpo quasi mortale alla rappresentazione arriva dalla recitazione di Luciano Roman, che declama ad altissima voce, rotea arti e occhi nella falsa convinzione che un personaggio tanto complesso possa essere ricostruito solo con mezzi attoriali inopinatamente gridati.