Per non morire di mafia Hot

Per non morire di mafia (2009) è il titolo di un libro di Alberto La Volpe e Pietro Grasso che raccoglie i ricordi della vita blindata del procuratore antimafia e della sua lotta contro la criminalità organizzata. Da quel testo Nicola Fano ha tratto una versione scenica che Margherita Rubino ha adattato per il palcoscenico. Questo copione è stato preso in mano da Alessio Pizzech che ha guidato Sebastiano Lo Monaco a calarsi nei panni del magistrato che fu amico di Giovanni Falcone e collega di Paolo Borsellino.Si passa dal clima degli anni sessanta, quando molti nella stessa magistratura negavano persino l’esistenza del cancro mafioso, siano alle morti tragiche dei due magistrati cui si deve l’intuizione di colpire l’onorata società scardinandone gli interessi economici. Lo spettacolo, semplicissimo negli arredi scenici – una grande lavagna su cui l’attore scrive i nomi e le parole chiave nell’esperienza del giudice – ha il tono di una vera orazione civile rivolta a tutti al fine di prendere coscienza della pericolosità e della ferocia messa in campo dalla criminalità mafiosa. In questo assume grande efficacia il ribaltamento il momento finale in cui l’attore ribalta la lavagna che diventa specchio su cui si riflette la platea degli spettatori. In altre parole, una proposta che non rivela nulla di nuovo – quantomeno per chi segue con attenzione le vicende del paese – ma che assume grande valore civile proprio per il suo configurarsi come invettiva e chiamata di responsabilità. E’ un tipo di teatro forse datato nella formula, ma di grande attualità e forza per i tempi che corrono.