Joanna Murray-Smith (1962) è una scrittrice australiana famosa, soprattutto, coma autrice del dramma Honour (1995), presentato, la prima volta, a Melbourne e, come lettura, negli Stati Uniti con le voci di Meryl Streep, Sam Waterston e Kyra Sedgwick. Questo testo arriva ora sui palcoscenici italiani per la regia di Franco Però e l’interpretazione di tre donne (Paola Pittagora, Viola Graziosi, Evita Ciri) e un uomo (Roberto Alpi).
E’ la storia di una crisi coniugale scandita in una serie di incontri a due, come altrettanti match di pugilato. George è un noto giornalista e influente critico letterario, Honour, sua moglie, è una poetessa di valore che, da molti anni, ha smesso di pubblicare per dedicarsi al marito. Giunti alla maturità, i due sono preda di una crisi violenta: lui s’innamora di una ventottenne andata ad intervistarlo, lascia la moglie e va a vivere con la giovane amante. La figlia della coppia, la ventiduenne Sophie, finisce stritolata dal conflitto e, per quanto disprezzi il padre, non riesce ad essere totalmente solidale con la madre a cui rimprovera eccessiva arrendevolezza. Finirà, come era prevedibile, con la rottura della nuova coppia e la solitudine dei due coniugi. La regia legge questa piccola – grande tragedia familiare con taglio molto tradizionale, giocando le carte migliori sull’interpretazione, senza alcuna preoccupazione di attualizzare o adattare realmente il testo alla realtà in cui lo spettacolo s’inserisce. Ne risulta una proposta che vale quasi esclusivamente come prova attoriale, ma assai poco quale ipotesi di lavoro adatto a situazioni diverse da quelle per le quali è stato concepito.
