Daniel Pennac (Daniel Pennachioni, 1944) è diventato uno dei maggiori scrittori francesi contemporanei passando anche attraverso ventotto anni di lavoro come professore di liceo. Questa esperienza è alla base del suo Diario di scuola (Chagrin d'école, 2007) in cui racconta i suoi anni da studente e il suo lavoro da professore. Questo testo è stato utilizzato da Giorgio Gallione per uno spettacolo bello, agile e interessante cui Giorgio Scaramuzzino da un contributo fondamentale in veste di attore e alterego dello scrittore. E’ un lungo monologo sulle responsabilità degli insegnanti quando non capiscono che il loro compito non è imporsi, ma comprendere e assecondare l’animo degli allievi.
Un discorso poetico e sociale che rimanda alle riflessioni di Don Lorenzo Milani (1923 – 1967) sintetizzate in quella bibbia della pedagogia e della politica scolastica progressiste che è Lettera a una professoressa (1967). Il discorso dello scrittore francese, pur nelle obiettive specificità culturali e temporali, si ricollega a quel filone e lo sviluppa in maniera armonica. Il regista, da parte sua, ha composto lo spettacolo su quelle che sono da tempo le linee direttrici del suo lavoro: semplicità e fantasia. Fa parte della prima, il tono richiesto all’interprete che, più che recitare una parte, dialoga con il pubblico quasi da pari a pari. Rientra nel campo dell’invenzione, invece, una struttura scenografica apparentemente elementare – un certo numero di valige di diversi colori e dimensioni che nascondono fondamentali oggetti di scena – ma, in realtà, capace di creare, con pochi spostamenti, un mondo di sogno, fiabesco e realista a un tempo.