Pietro Cartiglio lo affronta con occhio rivolto a uno nei momenti alti della sua rappresentazione: la versione che ne diede Luchino Visconti in una memorabile edizione interpreti Rina Morelli, Marcello Mastroianni, Paolo Stoppa, Gianrico Tedeschi, Giorgio De Lullo e Rossella Falk nel 1952, una lettura che costituì un punto di svolta rispetto alla tradizione scenica precedente. Anche in questo caso scompaiono gli orpelli scenici che la peggiore tradizione associa alle rappresentazioni goldoniane e, più in generale, del teatro settecentesco. Ciò avviene in favore di una scena rigorosa, con pochissimi arredi, inquadrata in una serie di cornici come si trattasse di una galleria di pitture. Cede anche lo spirito grossolanamente ridanciano che ha segnato molte edizioni, in favore di unatmosfera più seria, al limite della malinconia. Sembra quasi che questa Mirandolina, contesa fra nobili decaduti e borghesi rampanti vada a nozze con il suo cameriere con ben poca gioia, quasi adempiendo più a un destino inevitabile e non a ununione damore. Questatmosfera quasi funebre sottolineata da unilluminazione tuttaltro che brillante è la vera chiave di lettura di uno spettacolo bello, riflessivo e per nulla gioioso.
valutazione: 1 23 4 5