Lui è capostazione in un paesino toscano, lei impiegata in una ditta non meglio precisata, entrambi vorrebbero un figlio, ma si scoprono sterili. A questo punto scatta la scelta delladozione, prima verso una bella bimba bulgara, poi verso un piccolo proveniente da un paese latino americano. Il ragazzo arriva, attraverso canali più o meno regolari, ma la donna si accorge subito che è ben diverso da quello sognato. Bastano poche settimane e lamore si trasforma in odio, insofferenza per quella presenza estranea, antipatica, invasiva. Passa il tempo e il piccolo scompare, un commissario di polizia sospetta il peggio, ma si è trattato solo di uno schiaffo dato con rabbia perché il bimbo aveva osato rompere un pezzo del trenino che il padre adottivo aveva amorevolmente costruito per lui, ma in realtà più per se stesso che per il ragazzo. Nulla di più e nulla di meno, ma ne nasce un ritratto psicologico straziante e approfondito, edificato su parole del tutto normali e gesti non meno banali. E una forma di teatro ad alta tensione emotiva e a profondo significato etico, capace di mettere in discussione famiglia, sentimenti paterni e materni, rispettabilità e inferno di coppia. Uno spettacolo di grande livello che esalta il teatro e le sue potenzialità espressive.
valutazione: 1 2 3 4 5
Produzione: Valdez Essedi Arte, Bam Teatro; testo e regia: Sergio Pierattini; scene e costumi: Barbara Bessi; luci: Gianni Straropoli; musiche: Gwyneth Schaefer; interpreti: Milvia Marigliano, Sergio Pierattini, Davide Lorino.