Al momento dellarrivo dei due esiliati lisola ha come unico abitante Calibano, un mostro deforme e lussurioso. Un giorno una nave con il fratello traditore e il complice napoletano passa nei pressi dellisola e Prospero scatena una tempesta che la fa naufragare. I superstiti approdano, in gruppi separati sulle spiagge e lesiliato ha buon gioco a manovrarli e a indurli sino alla follia. Finale lieto, con riconciliazione fra il deposto, lusurpatore, il monarca e matrimonio fra Miranda e Alonso, figlio del Re di Napoli. Andrea De Rosa (1967), autore di punta dellinnovazione teatrale, propone una versione di questo copione letta con grande originalità scenica pochissimi arredi e lattore che impersona Ariel perennemente sospeso in aria - e marcata dal filo rosso del trionfo della fantasia e del sogno, in particolare della bellezza fantastica del fare teatro. Non a caso, in un finale travolgente, cadono le barriere fra personaggi e interpreti, con i membri della compagnia che tornano a chiamare Umberto, Prospero e Orsini che dipana una straordinaria, potente orazione in favore della vita sulla scena. E' unode alla fantasia eretta a modo di vita e a passione assoluta.
valutazione: 1 2 3 4 5
Titolo originale: The Tempest (1611); testo: William Shakespeare (1564 1616); produzione: ERT in scena, Emilia Romagna Teatro Fondazione, Teatro Stabile di Napoli, Teatro Eliseo; adattamento e regia: Andrea De Rosa; spazio scenico: Alessandro Ciammarughi, Andrea De Rosa, Pasquale Mari; scene e costumi: Alessandro Ciammarughi; luci: Pasquale Mari; suono: Hubert Westkemper; musica: Giorgio Mellone; interpreti: Umberto Orsini, Flavio Bonacci, Rino Cassano, Gino De Luca, Francesco Feletti, Carmine Paternoster, Rolando Ravello, Enzo Salomone, Federica Sandrini, Francesco Silvestri, Salvatore Striano.