Francia, giorni nostri. Haner (Maria Caggianelli, bravissima) è una ragazza intelligente e sensibile che, giunta alle soglie dell’età adulta, si trova a dover scegliere cosa fare della propria vita e dei propri talenti.
Quando scompare nel nulla, senza lasciare tracce evidenti, i genitori (Viola Graziosi e Paolo Lorimer) e gli amici (Liliana Benini e Alberto Malanchino) sono chiamati a ricostruire i suoi ultimi giorni tra incertezze e supposizioni. Che fine ha fatto Haner? È davvero andata in Siria per unirsi ai jihadisti, come lasciano trasparire alcuni indizi? È lei la responsabile della strage in un supermercato della città? Tutte domande destinate a non trovare risposta. Densissimo nei contenuti e assai complesso nella struttura, Tu Es Libre di Francesca Garolla è un testo ambizioso che, tra rimandi alla letteratura classica (l’Iliade di Omero e la figura di Andromaca) e alla stretta attualità socio-politica (la radicalizzazione dei figli della classe media europea), si dipana in una sorta di indagine impossibile circa il destino di una giovane animata da un totalizzante desiderio di libertà. L’autrice, che si ritaglia anche un insolito ruolo da narratrice e regista interna sulla scena, fa a pezzi il mistero di Haner e lo rimonta parzialmente in un ellittico susseguirsi di dolorosi duetti, esasperati monologhi, ambigui flashback ed enigmatiche proiezioni. La scarna e fredda regia di Renzo Martinelli spinge sul pedale dello straniamento e affronta il rompicapo drammaturgico mettendo i personaggi seduti su una lunga panca in fondo al palco e facendoli emergere a turno dalla penombra con il loro carico di dubbi, sensi di colpa e tormenti interiori. Nulla, in questa storia di sparizione e lutto, sembra essere certo e definito. Restano il dolore e lo smarrimento dei protagonisti e, per il pubblico, diversi passaggi di drammaturgia intensa e incisiva. Un teatro che non ha paura di interrogarsi sul presente.