Con Ballata di uomini e cani dedicata a Jack London Marco Paolini muove un passo avanti rispetto al suo, già importante, modo di fare teatro. Se sino ad ora si era mantenuto nell’ambito di un’affabulazione che sosteneva con forza grandi temi civili, Il racconto del Vajont (1994) ne rimane un esempio insuperato, con questa nuova fatica si ricollega alla grande tradizione degli animali antropomorfizzati che ha in Esopo (620 a.C. circa – 560 a.C. circa) e Gaio Giulio Fedro (20/15 a.C. circa – 51 d.C. circa) i massimi esponenti. Qui il racconto ingloba tre storie – Macchia, Bastardo e Preparare il fuoco - scritte nei primi anni del novecento dal romanziere americano con qualche incursione ne La strada – Diari di un vagabondo (1906 -7).
Il rapporto fra gli uomini e i cani è al centro dello spettacolo, con l’attore e regista che prende apertamente, come dirà nel finale, parte per i cani piuttosto che per gli umani (i padroni). Marco Paolini è affascinato dall’anarchica indipendenza e dalla vitalistica animalità dei quadrupedi e la contrappone alla ferocia e al conformismo degli uomini. In questo lo sfondo, magistralmente evocato, del gelido clima del Klondike, al confine fra Canada e Alaska, e dalla corsa all’oro iniziata nel 1896, forniscono un elemento fondamentale per cogliere il vitalismo che segna l’intera opera di questo romanziere, compreso quel Il tallone di ferro (The Iron Heel, 1908) strumentalmente usato per decenni quale apologia della lotta di classe e che, invece, trasuda esaltazione dello scontro fisico fra gli uomini e fra l’umanità e la natura. In questo il teatrante coglie nel segno l’essenza della poetica del narratore americano, sviluppando un’ode alla lucidità animale sia essa ribellistica o tesa alla pura sopravvivenza. Questo contro la stoltezza umana e le sovrastrutture da essa inventate. E’ uno spettacolo lungo e godibilissimo che offre un finale in cui il cantore a cui il musicista Lorenzo Monguzzi assegna in vero colpo d’ala che commuove e indigna, vale a dire incarna il meglio del lavoro di questo teatrante.