Il circo ha sempre esercitato un fascino particolare sul pubblico sia per le prove di forza degli acrobati sia per la miscela di riso e pianto che innerva le proposte dei migliori cartelloni. Non sono frequenti, ma neppure rarissime le coniugazioni delle suggestioni circensi con quelle del palcoscenico. Non sempre si è trattato di matrimoni felici, ma quando ciò è capitato, allora i risultati sono stati davvero sorprendenti. E’ il caso di Casa dolce casa - Spettacolo di teatro acrobatico ideato, con Alessandro Serena, diretto e scenografato da Marcello Chiarenza.
Su un palcoscenico ingombro di rifiuti si muove un gruppo di attori – acrobati che, riutilizzando oggetti di scarto – bottiglie di plastica, stracci, bidoni vuoti – creando una sorta di universo fantastico in cui anche un tronco rinsecchito e adornato da barattoli di plastica può diventare un meraviglioso albero di Natale. Il tutto è insaporito dall’abilità ginnica di un gruppo di atleti e clown provenienti da vari paesi centroeuropei: Polonia, Romania, Russia, Ungheria. Il risultato di questa commistione è uno spettacolo affascinante, poetico nel senso più alto del termine, ove anche un pelouche a forma di topo morto ha diritto di cittadinanza. Non c’è un vero filo conduttore, ma un sommarsi di bravure ginnastiche, scherzi circensi, immalincolimenti che sfocia in un prodotto a un tempo dolce e amaro, accattivante e triste. E’ una proposta davvero straordinaria.