Richard Nixon (1913 – 1994) è stato il trentasettesimo Presidente degli Stati Uniti d'America. È passato alla storia per essere il primo capo dell’esecutivo americano ad essersi dimesso dalla carica nel corso del mandato. Lo fece il 9 agosto 1974 per anticipare l'imminente impeachment, lo stato di messa in accusa davanti al parlamento per le responsabilità che aveva assunto nello scandalo Watergate. Un affaire nato dall’arresto di un gruppo di mercenari, fra cui vari cubani anticastristi, sorpresi mentre cercavano di piazzare alcune microspie nelle stanze del quartier generale del Partito Democratico a Washington.
Tre anni dopo, nel 1977, Richard Nixon accettò di concedere una lunga intervista in quattro tappe, di un paio d’ore ciascuna, a un conduttore televisivo inglese, David Frost (1939 – 2013), più esperto ad interloquire con personalità dello spettacolo e atleti che non con politici. L’ex presidente accolse la proposta dell’inglese per ragioni economiche, un compenso di quasi mezzo milione di dollari, e con la certezza di poter risarcire in questo modo la pessima immagine che si era fatto presso l’opinione pubblica. Le cose andarono in modo ben diverso e il consumato politico, un suo avversario lo aveva ribattezzato anni prima con un nomignolo che gli rimase tutta la vita: Tricky Dick (l'infido Riccardino), finì coll’ammettere di aver mentito e ingannato il popolo americano mettendo una pietra tombale sulle sue speranze di una qualche rinascita politica. Partendo da quelle quattro interviste il drammaturgo inglese Peter Morgan (1963) ha steso, nel 2006, un copione, Frost/Nixon, che ha poi trasferito, come sceneggiatore, nel film Frost/Nixon - Il duello (2008) firmato da Ron Howard e interpretato, nei ruoli del titolo, da Frank Langella e Michael Sheen. Quel testo è stato ripreso da Ferdinando Bruni e Elio De Capitani (registi e interpreti) in uno spettacolo avvincente e preciso. Lo scontro fra i due spazia dalle questioni politiche a quelle morali, coinvolge sia il giudizio storico, sia quello psicologico. Un approccio che mette in luce il dramma della generazione del Viet Nam e le profonde contraddizioni di anni in cui la rivoluzione nei costumi di saldò con la lotta politica. Uno spettacolo denso e di grande forza.