Mirko di Martino (1975) è un attore che ha scritto, fra le altre opere anche Rubik, un thriller abbastanza prevedibile che racconta di due personaggi, un marito appena abbandonato e la sorella di sua moglie, capitata in casa per recuperare alcuni oggetti. La burrascosa conversazione fra i due è interrotta dall’arrivo dell’ex moglie che, stanca si aspettare in auto, ha deciso di salire in casa. Ai tre si aggiungono due rapinatori, uno dei quali drogato e notevolmente scentrato, entrati nell’appartamento con la speranza di un ricco bottino. Il finale sarà sanguinolento e si finirà con due omicidi destinati, forse, a rimanere impuniti. Il testo non è molto originale e la regia di Fabio Fiori non scorre molto fluidamente nei passaggi da una stanza all’altra.
Il dato più interessante e positivo dello spettacolo è nell’interpretazione di Andrea Costi, Margherita D'Ambrini, Viviana Savà, Luca Callegari e lo stesso Fabio Fiori che forniscono prova di ottime capacità recitative. Peccato che il testo messo a loro disposizione mostri quasi subito una pericolosa prevedibilità che ne lascia intuire gli sviluppi privando lo spettacolo di quella quota si suspense che è il sale di operazioni come queste. In altre parole ben poco a che fare con l’infernale cubo colorato inventato nel 1974 dal professore ungherese Ernő Rubik che ha fatto scervellare varie generazioni.