Anton Pavlovič Čechov (1860 - 1904) è stato uno dei maggiori costruttori del teatro contemporaneo. Grande è il debito che la cultura contemporanea ha con opere come Zio Vanja (Дядя Ваня, 1899), Tre sorelle (Три сестры, 1901) e Il giardino dei ciliegi (Вишнёвый сад, 1904). Forse meno considerati sono il suo contributo alla polemica politica che esplode in scritti come L'isola di Sachalin (Остров Сахалин, 1895) e il tratteggio satirico della società in cui era emerso ed è legato alla corposa serie di racconti a cui mise mano, spesso per ragioni apparentemente solo alimentari.
La compagnia Le belle bandiere e il Centro Teatrale Bresciano propongono ora Svenimenti, un vaudeville che nasce dall’amalgama fra la corrispondenza che il drammaturgo intrattenne con la moglie, l’attrice Ol'ga Leonardovna Knipper (1868 – 1959), e alcuni atti unici dello scrittore: I danni del tabacco (О вреде табака, 1886-1902), L'orso, (Медведь, 1888), Una domanda di matrimonio (Предложение, 1888) e L'uomo nell'astuccio (Человек в футляре?, 1898). La proposta è piacevole e l’esecuzione di alto livello, in particolare da parte dell’attrice e regista Elena Bucci (con la collaborazione di Marco Sgrosso) che ha meritato nel 2016 il premio Ubu per l’interpretazione. Ciò che lascia un po’ d’insoddisfazione è l’utilizzo di questo grande intellettuale unicamente in modo farsesco, mettendo da parte quasi del tutto la sua capacità di disegnare impietosamente la società in cui era immerso e che indurrà alcuni teatranti, ad esempio Laurence Olivier in una memorabile edizione de Le tre sorelle del 1970, a farne un precursore della Rivoluzione d’Ottobre del 1917.