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Come sono diventato stupido Come sono diventato stupido Hot

Come sono diventato stupido

Cast, Crew, Infos - Teatro

Titolo originale
Dal romanzo di Martin Page Comment je suis devenu stupide (2000) tradotto da Roberto Rossi - Garzanti Editore, Collana Gli elefanti
Autore
Martin Page
Interpreti
Corrado Accordino, Viola Lucio, Marco Rizzo, Alessia Vicardi
Scene
Maria Chiara Vitali anche costumi
Luci
Stefano Capra
Compagnia
Teatro Binario 7, Monza

Martin Page, a 26 anni, ha debuttato nel mondo della narrativa con un libro originale che fa anche sorridere, a tratti dal taglio autobiografico. Parte da una idea tutt’altro che banale – l’uomo che trova nella propria intelligenza un limite per essere accettato da sé stesso e dagli altri – per sviluppare una storia in cui il tono ironico non nasconde la drammaticità di quanto raccontato. Il protagonista, un venticinquenne con intelligenza analitica scollata da una realtà emotiva, tenta di trovare certezze attraverso i libri, la conoscenza, un insieme di nozioni che lo rinchiudono nel lager della cultura.

Senza amici, donne, vita intesa come esistenza normale, decide di superare questa grave tara per diventare stupido e ben accetto. Pensa di trovare la soluzione nell’alcool ma ben presto si rende conto che la pratica delle bevande ad alta gradazione richiede ‘doti’ che lui non ha. Pensa anche al suicidio frequentando corsi che insegnano a non fare errori - tema a lui caro - in Una perfetta giornata perfetta (2003) il protagonista ha per principale occupazione quella di suicidarsi, ma dopo aver rinunciato si rivolge alla sua pediatra, medico ma soprattutto amica, che gli prescrive delle capsule rosse che ridurranno notevolmente la sua intelligenza. Frequenta due vicini particolarmente vacui che gli fanno conoscere la ‘gioia’ dei televisori 80 pollici, la musica da cerebrolesi sparata al massimo volume, le partite interminabili a Monopoli. Questi gli elementi dell’ottima drammaturgia scritta da Corrado Accordino, qui anche regista e interprete, che ha saputo costruire una commedia molto divertente, ricca di ritmo, vivificata da una miriade di personaggi che aggiungono alla vicenda un tono leggero ma, nello stesso tempo, approfondiscono l’emarginazione, raccontano una società in cui si è sempre più soli causa amicizie nate nell’apparente mondo di incontri creato dai social. Essere all’interno di questa realtà in cui tutti sono uguali e dove il non apparire può diventare un fatto positivo, diventa la meta non raggiunta del protagonista: l’omologazione vista come possibilità di non avere problemi, per non essere giudicati, non affrontare mai il mondo che ti giudica. Il finale premia l’intelligenza, la voglia di vivere grazie a un incontro che darà serenità al venticinquenne insoddisfatto della sua esistenza. La morale sta in questa frase: l’intelligenza rende infelici, solitari, poveri, mentre mascherarla permette’ un’immortalità da rotocalco e l’ammirazione di quelli che credono in ciò che leggono. La regia è davvero ben riuscita, con un ritmo frenetico che non lascia adito alla noia, con tante ‘macchiette’ che rendono umano ogni momento e l’utilizzo di tutti gli interpreti, anche come narratori. Un tavolo, due poltroncine trasformano lo spazio in studio medico, osteria, scrivania, luogo dove giocare a Monopoli: pochi oggetti posti e tolti rendono ancora più credibili le trasformazioni dello spazio (bellissima la panetteria). Si ride ma, l’amaro rimane sempre in bocca. Dal 2005 Corrado Accordino è il Direttore Artistico della nuova realtà culturale voluta dal Comune di Monza chiamata Binario 7, l’ultimo da cui si sale e ci si trova in una realtà, l’Urban Center, in cui la cultura è protagonista. In questi anni la compagnia si è imposta nel microcosmo del teatro indipendente con produzioni di buon livello. Pochi finanziamenti ma tante idee: un cocktail che può funzionare se il barman ama il suo mestiere. Tutti bravi gli interpreti con il giovane Marco Rizzo perfetto in un personaggio ricco di sfaccettature, con nevrosi, momenti di entusiasmo, depressione letale, voglia di vivere, sogno del suicidio. In sei intensi anni, l’attore lombardo ha lavorato inizialmente col teatro Filodrammatici di Milano ma è stato anche a Genova con Tropicana, prodotto dal Teatro della Tosse, ora collabora con Binario 7. La sua è una recitazione anche molto fisica – parrebbe un mimo col dono della parola – ha reso in maniera impeccabile un giovane tanto amante della vita da pensare anche alla morte.

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opinioni autore

 
Come sono diventato stupido 2019-05-18 17:34:11 Umberto Rossi
Giudizio complessivo 
 
8.0
Opinione inserita da Umberto Rossi    18 Mag, 2019
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