Presentato all’ultimo Festival di Cannes in concorso nella sezione Un Certain Regard, questo melodramma francese non è riuscito a trovare distribuzione internazionale se non in patria, qui da noi e in Brasile. Guardando il film, ci si rende conto che un’opera come questa difficilmente può avere successo, soprattutto perché ha una costruzione narrativa particolarmente debole.
Dopo un inizio classico in cui sono decorosamente presentati i personaggi principali (la madre single e la figlia di otto anni), la sceneggiatura perde colpi e non riesce a fare vivere il dramma di una donna che ha necessità di avere al fianco un uomo più che la sua bambina. Di lei, che si trova abbandonata e si concede quale unico conforto l’alcool. Madre che abbandona tutto per un amore, o presunto tale, non è certo tema poco sfruttato dalla cinematografia mondiale. La novità può essere un alcolismo descritto in una bambina. Ma bisogna vedere se lo script e soprattutto la regia sono in grado di reggere questo peso. La risposta, purtroppo, è completamente negativa e la storia si dipana senza interesse per quasi due ore colpevolizzando chi ha scelto di dare fiducia più ad un titolo (bello Angel Face) che a un film di cui poco si sapeva. Troppe sono le incongruenze, fin troppi i momenti poco credibili: la ragazzina che sopravvive senza l’aiuto di nessuno o quasi, lei che non va a scuola e nulla succede, la madre che non viene mai coinvolta dalle autorità. Marion Cotillard è brava come sempre, ma assolutamente non in grado di disegnare e di reggere da sola un personaggio mal disegnato inoltre a tratti gigioneggia in maniera un po’ fastidiosa. Tutt’altro discorso per la piccola Ayline Etaix che riesce a rendere centrico della storia il suo personaggio di bimba che ama la madre con tutti i suoi difetti ma che sa di non potere contare su di lei per crescere con serenità aiutata da un adulto. In particolare, è trattata con profonda cattiveria dai suoi coetanei. Per il suo debutto nel lungometraggio, la giovane Vanessa Filho ha scelto temi non in grado di gestire: tecnicamente brava, mai riesce a tenere saldamente in mano le redini del film. Una ragazzina di 8 anni e sua madre vivono in una piccola città della Costa Azzurra, dove si comportano in modo strano per alleviare la noia e nascondersi ai servizi sociali, il tutto con una complicità in cui l’adulta è la figlia. Quando la donna cede a un'altra notte di eccessi e decide di lasciare la ragazzina per un uomo che ha appena incontrato, la bambina deve affrontare da sola la vita e le sue brutture ma è pronto un lieto fine liberatorio.
