Dopo la terribile morte di una ragazza in un incidente misterioso, con tutte le caratteristiche del suicidio, i suoi amici si trovano ad affrontare le paure di ciascuno. Cercando di contattare la defunta risvegliano un antico spirito dotato di poteri oscuri che li metterà alla prova in un crescendo di crudeltà e terrore. I ragazzi capiranno presto che la tavola Ouija non è un semplice gioco, ma un’atroce realtà che condurrà molti di loro a morte atroce.
Il film è stato voluto da Jason Blum, il produttore dei molteplici Paranormal Activity (2007) e de La Notte del Giudizio (The Purge, 2013), patron dell’attivissima, nel genere horror, Blumhouse Productions che ha affidato al debuttante Stiles White un film a basso budget con una sceneggiatura povera di contenuti e un cast di volenterosi giovani che poco ci acchiappano coi personaggi che animano. Sembra una garbata presa in giro del filone e, invece, vorrebbe essere un film serio. Tutto si è già stato visto, ogni cosa è prevedibile, la logica e la credibilità non sono di casa qui. Ogni cosa è troppo spiegata, nulla è lasciato alla fantasia dello spettatore, al suo desiderio dicogliere qualche cosa. Per fortuna, il film dura solo 89 minuti anche se spesso si guarda nervosamente l’orologio perché il tempo non passa mai. E’ una produzione che ha incassato molto e questo testimonia che il nocciolo duro degli appassionati, in crisi di astinenza, riesca a trovare emozioni anche con storielle di questo tipo. E’ un testo quasi privo di effetti visivi e la paura la si ottiene con scene buie, persone che appaiono dal nulla, stridori di porte e di infissi, il tutto cadenzato da una colonna sonora invasiva che fa dei rumori l’unico motivo di interesse. Questo regista ha esperienza nel settore horror – thriller che comprende la collaborazione alla sceneggiatura di Boogeyman - L'uomo nero (Boogeyman, 2005) e agli effetti speciali di un discreto numero di film tra cui il Il sesto senso (The Sixth Sense, 1999) realizzato nell'ambito della factory di un mago del settore quale Stan Winston. Qui, purtroppo, non è stato messo in condizione di lavorare bene. Tutto è basato sulla tavoletta Ouija inventata ai primi del Novecento che è lo strumento più usato per mettersi in contatto con l’aldilà durante le sedute spiritiche casalinghe. Basata su un sistema di comunicazione estremamente semplice, la tavoletta permette alla mano invisibile degli spiriti (in realtà medium poco seri) di comunicare con i vivi attraverso una serie di lettere e numeri, combinati tra loro in messaggi liberamente interpretabili. Nulla di scientifico che comprovi l’efficacia di questo strumento, ma la psicosi del gruppo che fa vedere e sentire cose che non esistono.