La quarantenne Elizabeth Banks, nota soprattutto per Hunger Games: La ragazza di fuoco (Hunger Games, 2013) di Francis Lawrence, regge il peso di un film che si basa prevalentemente sulla sua interpretazione, dimostrando che merita di essere utilizzata in produzioni di maggior livello. Una Notte in Giallo è uno dei tanti tentativi di rinverdire il successo di Tutto in una notte (Into the Night, 1985) di John Landis e di Fuori orario (After Hours, 1985) di Martin Scorsese che, utilizzando stili differenti, decretarono, a pochi mesi di distanza, la nascita di un vero e proprio sottogenere.
Persone normali che si trovano ad affrontare situazioni impossibili, una città vissuta di notte con tutto il suo microcosmo di personaggi spesso pericolosi, l’attesa di un lieto fine che premierà gli sforzi del protagonista. In mano a Steven Brill, decoroso ma non eccelso regista di commedie per cinema e televisione, la sceneggiatura da lui stesso scritta appare ripetitiva, senza troppa logica, farcita di luoghi comuni con citazioni fin troppo evidenti. Il film non promette altro che novanta minuti spensierati e, tutto sommato, non delude chi dal cinema di intrattenimento non pretende troppo. Tuttavia, troppe sono le occasioni sprecate e poco sviluppati i personaggi minori. Come prevedibile, alla protagonista Meghan Miles, anchor woman di successo in una emittente locale tutta lavoro e fidanzato, ne succedono di tutti i colori con una successione delle avventure e disavventure nata da un innocente desiderio di uscire dalla routine della sua vita: passerà da un disastro all'altro, da un fraintendimento all'altro, incontrando poliziotti maschilisti, malavitosi di colore, un ragazzino un po’ pruriginoso, impiegate frustrate e frustranti. Troppi che non l’aiutano nei momenti di difficoltà. Stephen Brill, abituato a dirigere divi come Adam Sandler o Owen Wilson, ha fatto del film una sorta di timido vessillo neo-femminista per rivendicare il diritto alla sessualità. Alla base di tutto c'è un’ubriacatura e una notte pazza attraverso cui il regista tenta di proporre un rifiuto delle etichette sessiste che fanno percepire Meghan, vestita in maniera sexy, una prostituta. L'accumulo delle nuove esperienze, l'inoltrarsi in territori inesplorati e il confronto con tutto ciò che non conosceva di se stessa e degli altri, avrà come risultato una nuova idea di come vivere il suo futuro. Dopo una giornata disastrosa, con la delusione per una mancata promozione sul lavoro e la fine di una relazione amorosa. La giornalista televisiva accetta di passare una folle notte in città con le sue migliori amiche. Il mattino dopo si sveglia a casa di un barman e, oltretutto, senza borsa né telefono cellulare rimasti nell’auto portatale via perché parcheggiata in divieto di sosta. Dal telefono del suo nuovo friend chiama la sua segreteria telefonica scoprendo di avere una seconda chance per la promozione. Bloccata in un territorio a lei sconosciuto nel centro di Los Angeles, senza automobile, documento d'identità, soldi cercherà in ogni modo di vincere la corsa contro il tempo per non lasciarsi sfuggire l'occasione della sua vita. Lieto fine che premia l’amore e non la carriera.
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