Il noir e la sua versione modificata statunitense, hard boiled, hanno una lunga tradizione che, dal romanzo [Dashiell Hammett (1894 – 1961) e Raymond Chandler (1888 – 1959), fra gli autori più significativi] al cinema, ha consacrato la figura dell’investigatore privato legato a un suo codice d’onore e pronto a scontrarsi con situazioni e personaggi segnati da una forte dose di violenza. La preda perfetta - A Walk Among the Tombstones e stato diretto dal regista statunitense Scott Frank ed è ambientato in uno dei quartieri più cupi di Manhattan (Hell's Kitchen).
Qui un ex – poliziotto, che ha lasciato la divisa dopo aver ucciso casualmente mentre era fuori servizio e con una pallottola di rimbalzo, un bambino nel corso di una sparatoria contro tre rapinatori, sopravvive alla meno peggio facendo l’investigatore privato senza licenza e prestando i suoi servizi a quanti sono nei guai, ma non possono percorrere la vie legali per avere aiuto. I suoi clienti sono, in questo caso, due trafficanti di droga cui un paio di omosessuali psicopatici hanno sottratto moglie e figlia. La prima è restituita, dopo il pagamento del riscatto, taglia a pezzi, la seconda rischia ugual sorte. Il film ha una bella struttura compatta e tesa che sfrutta al meglio la materia del romanzo. Ne nasce un’opera in gran parte segnata da atmosfere notturne che rendono ancor più incubiche strade ridotte a depositi d’immondizia, bar fumosi, scantinati e appartamenti ingombri di cianfrusaglie. Un contributo non trascurabile lo dà Liam Neeson animando un personaggio alla deriva, ma tutt’altro che rassegnato al suo destino. Un essere umano che sa cogliere l’occasione – vedi il rapporto con il ragazzino di colore gravemente ammalato – per far emergere quel po’ d’umanità che ancora alberga in fondo alla sua anima.