Sara Colangelo è una regista e sceneggiatrice di origine italiana, qui alla sua seconda prova dietro la macchina da presa, realizzato dopo il deludente drammone Little Accidents (2014) mai uscito in Italia. Remake dell’omonimo The Kindergarten Teacher (2014) – in originale Haganenet - dell’israeliano Nadav Lapid, il film racconta la trasformazione di una tranquilla donna in veloce corsa verso la mezza età, scontenta della sua vita, innamorata della creazione intellettuale e limitata nei propri sogni dalla incapacità di essere davvero una poetessa.
Vorrebbe diventare un’artista e dopo cena frequenta un corso di poesia in cui la sua mediocrità non le permette né di soddisfare il docente né sé stessa. È insoddisfatta, frustrata, sempre più lontana dal marito e dai figli che non la possono capire. Un giorno rimane incantata dal talento innato di un suo giovane allievo – 5 anni, di origine indiana e con famiglia tradizionalista che lo opprime - capace di comporre con grande naturalezza le poesie che lei ha sempre sognato di scrivere. Decide di coltivare il talento del bambino, non compreso dai genitori, e di proteggerlo dall’indifferenza della società, oltrepassando i limiti che il suo compito di insegnante le impongono. Perde il contatto con la realtà di tutti i giorni tentando di plagiare il piccolo allievo. Interpretato con vigore e in maniera convincente da Maggie Gyllenhal, il secondo lungometraggio di questa cineasta non è mai in grado di coinvolgere emotivamente, ha una freddezza che danneggia ogni cosa e che non permette di vivere davvero il dramma di cui il poeta in erba è inconsapevole vittima i. Non basta parlare di questa forma di espressione artistica per riuscirne a trasfondere la sua lievità nella struttura narrativa. Soprattutto nei comprimari manca assoluta credibilità con personaggi che sono degli stereotipi poco riusciti e presi di peso da altri film. Della regista sappiamo poco ma sicuramente quello che traspare da questo suo secondo tentativo sul grande schermo è la sua incapacità – non tecnica – nel realizzare film che possano dare qualcosa agli spettatori. È l’unica responsabile del prodotto e con la sua poca esperienza riesce a sbagliare molto. Presentato con scarso successo al Sundance, negli USA ed in Canada è visibile tramite la piattaforma Netflix. Tra lei e la sua protagonista ci sono varie affinità, non ultima la mediocrità ed il desiderio di esprimersi in maniera completa con l’arte: due donne che sognano, probabilmente, l’impossibile.