La visione del film è un po’ condizionata dal sapere che Sólveig Anspach - brava regista cinquantaquattrenne franco islandese - è morta durante le riprese stroncata da un tumore. Completato dal esperto co - sceneggiatore Jean-Luc Gaget che fino a quel momento come direttore si era impegnato solo in corti, il film zoppica in maniera preoccupante, ha scene più dette che viste mentre alcune parti sono fin troppo lunghe. x
La visione del film è un po’ condizionata dal sapere che Sólveig Anspach -brava regista cinquantaquattrenne franco islandese - è morta durante le riprese stroncata da un tumore. Completato dal esperto co sceneggiatore Jean-Luc Gaget che fino a quel momento come direttore si era impegnato solo in corti, il film zoppica in maniera preoccupante, ha scene più dette che viste mentre alcune parti sono fin troppo lunghe. Si ha l’impressione che si sia utilizzato il materiale che avevano in possesso, cercando di portare a casa un’opera accettabile. L’assessore islandese che conosce bene quelli che sono divenuti innamorati, altre strane coincidenze non giustificate lasciano lo spettatore a disagio. Per fortuna, il girato è di buona qualità e gli attori sono più che bravi; quindi, di base c’è una certa piacevolezza che permette di non sentirsi troppo traditi. La Anspach aveva voluto ambientare il film dove era nata, quasi per sancire un suo amore per una terra in cui ogni cosa – a partire dalla splendida natura – è drammatica ma dove vivere può essere anche più rilassante che non da noi. È la logica prosecuzione di Queen of Montreuil (2012) dove era sempre protagonista Samir, l’addetto alle gru che qui si innamora dell’insegnante di nuoto. Montreuil è nella banlieue parigina ma da essa assolutamente diversa sia per ritmi che per qualità di vita: collegata a quel microcosmo dal Metro, è riuscita a mantenere una sua identità di vita provinciale. Unire le due realtà, la francese e l’islandese, era una buona idea perché vi possono essere vari punti di contatto, soprattutto i ritmi di vita. Ma è difficile vivere queste situazioni nella vicenda narrata. Samir Guesmi, caratterista francese con oltre 100 titoli alle spalle, interpreta con grande naturalezza il gruista innamorato. Al suo fianco Florence Loiret Caille, anche lei sensibile caratterista, credibile ed intensa. Samir, quarantenne operaio in un cantiere a Montreuil, si innamora a prima vista di Agathe, istruttrice di nuoto. Pur di poterle stare accanto si iscrive in piscina e in mancanza di un piano migliore chiede di essere un suo allievo, anche se sa perfettamente nuotare. Ma la sua bugia dura poco – salva una ragazza che sta per annegare in piscina - e il suo amore detesta i bugiardi. Per complicare ancora più i suoi piani, la donna è mandata in Islanda per rappresentare la Francia in un congresso sulle Piscine pubbliche. Al uomo non resta che provare a raggiungerla e farla innamorare. Lei lo rifiuta – lui mente in maniera esagerata facendosi passare per il rappresentante del Israele - ma, quando per una scarica elettrica l’uomo perderà la memoria, sarà al suo fianco e, forse, se ne innamorerà.
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