The Water Diviner (Il rabdomante), film d’esordio dell’attore neozelandese Russell Crowe che né anche l’interprete principale, nasce dal libro omonimo di Andrew Anastasios scritto assieme al produttore televisivo Andrew Knight. La storia prende spunto da un fatto di cronaca del 1919 quando un agricoltore australiano, rimasto da poco vedovo, decide di andare in Turchia per ritrovare i resti dei suoi tre figli scomparsi nella battaglia della penisola di Gallipoli (Aprile 1915 - Gennaio 1916) in cui l’esercito turco si scontrò con quello alleato ottenendo una delle poche vittorie ottomane della prima guerra mondiale (1915 – 1918).
Le armate della Triplice Intesa erano di Francia e Gran Bretagna, quelle di quest'ultima consistevano una consistente presenza australiana che lasciò sul terreno più di otto mila soldati. Partito dalla terra dei canguri per rispettare un desiderio della moglie morente, Joshua Connor, arriva a Istanbul ove, anche con l’aiuto di una giovane albergatrice turca, rimasta anche lei vedova a causa della battaglia che ha inghiottito i figli dell’australiano, riesce a trovare la strada per la collina su cui sente (lui che è un rabdomante) giacciono i resti dei figli. Ne trova due e scopre che il terzo è stato fatto prigioniero. Troverà anche quest’ultimo, nel pieno degli scontri fra greci e ottomani per il controllo delle coste dell’Anatolia, e lo riporterà in patria assieme (forse) alla bella ostessa. E’ un filmone sentimentale, approssimativo nella ricostruzione storica, generoso con i militari turchi, gli stessi che da lì a qualche anno daranno vita al movimento che porterà al potere il fondatore della Turchia moderna: Mustafa Kemal Atatürk (1881 - 1938). E' un film pieno di belle inquadrature (sullo stile delle cartoline turistiche che invitato a visitare quel paese), ricco di sentimenti e scene madri, ma poco interessante a meno che non si chieda al cinema di offrire un paio d’ore di lacrimosa spensieratezza.
