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Un piccione seduto sul ramo riflette sull'esistenza Un piccione seduto sul ramo riflette sull'esistenza Hot

Un piccione seduto sul ramo riflette sull'esistenza

Cast, Crew, Infos - Cinema

Titolo originale
En duva satt på en gren och funderade på tillvaron
Sceneggiatura
Roy Andersson
Interpreti
Holger Andersson, Nisse Vestblom.
Nazionalità
Anno
Durata
110

Un piccione seduto sul ramo riflette sull'esistenza (En duva satt på en gren och funderade på tillvaron) dello svedese Roy Andersson è, come il titolo, un film davvero originale. Ultima tappa di una trilogia della vita che l’autore ha dedicato all’esistenza umana. Le tappe precedenti sono Canzoni dal secondo piano (Sånger från andra våningen, 2000) e Tu, il vivente (Du levande, 2007) entrambi presentati al Festival di Cannes, il secondo anche coronato dal Premio Speciale della Giuria) trova ora una conclusione con un discorso stilisticamente fedele al mondo espressivo dell’autore.

Il modo narrativo caro a questo regista si basa su una macchina da presa ferma su inquadrature fisse o quasi al cui interno gli attori, spesso con i volti coperti da maschere o con i visi imbiancati, si muovono con grande sobrietà raccontando – più che recitando – i sentimenti dei loro personaggi. E’ un tipo di cinema modernissimo e vicino all’arte informale, un linguaggio che mescola con grande abilità ironia e dramma, satira e feroce aggressione ai canoni più conformisti della vita. Nel caso in questione s’inizia con tra momenti di morte, nel primo un marito è infartuato mentre tenta di stappare una bottiglia di vino, lui stramazza a terra mentre la moglie continua, in tutta indifferenza, a rigovernare la cucina. La parte vede un’anziana sul letto di morte in ospedale che tiene avvinta una borsa contenente i suoi gioielli, piccolo tesoro che vuole portare con se anche nell’aldilà, mentre figli e parenti cercano di strappargliela. Nell’ultimo momento di quest’avvio un uomo stramazza al suolo subito dopo aver pagato il pranzo alla caffetteria di un traghetto, nell’indifferenza quasi totale gli altri viaggiatori si curano solo di appropriarsi dei cibi e delle bevande che il morto aveva già saldato. Subito dopo si apre il film vero e proprio, che vede due commessi viaggiatori in scherzi e maschere, entrambi tristi e melanconici come una sorta di riedizione moderna di Don Chisciotte della Mancia e Sancho Panza, che non riescono né a vendere una solo delle cose che propongono né a riscuotere i crediti per quelle vendute in passato. Il loro itinerario è intersecato da tre momenti storici. Il primo rimanda a al 1943 quando, durante il secondo conflitto mondiale, le condizioni di militari e giovani erano talmente difficili da non consentire neppure la disponibilità dei pochi centesimi necessari a pagare un bicchierino di liquore. La seconda citazione chiama in causa re Carlo XII di Svezia (1697 - 1718), definito in seguito l’ultimo dei vichinghi e promotore dell’insensata e perdente guerra contro i Russi chiusa dalla sconfitta di Poltava (1707-09) in cui gli svedesi furono annientati dall’armata guidata dallo zar Pietro il Grande. In questa parte il monarca è dipinto come un omosessuale vanesio, circondato da assistenti inetti. La terza citazione storica rimanda alle guerre coloniali inglesi con una teoria di neri costretti ad entrare in enorme contenitore in rame sotto di cui i britannici accendono un fuoco affinché, girando, generi l’energia utile all’impero. Altri momenti riguardano il mondo d’oggi e sono girati con macchina semifissa e personaggi ripresi da una certa distanza. Ne nasce una galleria di quadri comici e terribili ad un tempo, che ben sintetizzano il disprezzo e l’ironia con cui il regista guarda al mondo. In poche parole un film davvero straordinario e originale.

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Un piccione seduto sul ramo riflette sull'esistenza
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Un piccione seduto sul ramo riflette sull'esistenza

opinioni autore

 
Un piccione seduto sul ramo riflette sull'esistenza 2015-02-18 14:32:06 Umberto Rossi
Giudizio complessivo 
 
8.0
Opinione inserita da Umberto Rossi    18 Febbraio, 2015
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