Opera prima curiosa ed interessante per Rossella de Venuto, autrice attenta che ha scritto il soggetto del film sceneggiandolo assieme a Francesco Piccolo. Anche questo inusuale, siamo di fronte ad una co-produzione italo - irlandese. Controra, House of Shadows è un horror ambientato in Puglia con un inizio a Dublino dove vive la protagonista Megan con il marito italiano.
I due tornano nel paese d'origine dell’uomo e riprendono possesso della vecchia casa nobiliare, da tempo disabitata, che sin da subito mostra i segreti terribili per cui è nota a chi evita di frequentarla. Sono venuti a vendere il maniero dove lo zio monsignore, un uomo che ora la Chiesa vorrebbe fare santo, viveva e, forse, dove compiva strani sortilegi. La donna è una pittrice e rimane affascinata della casa tanto da convincere il marito a non venderla. Il fratello dell’uomo è un prete ed è deciso a mettere le mani sulla proprietà per cui fa di tutto per convincerli ad andare via. Più di questo non è lecito dire, ma temi cari all’horror internazionale qui sono stati sapientemente mischiati con le superstizioni che sopravvivono nel Sud dell’Italia in un mix efficace e credibile. Non tutto funziona alla perfezione, molti interpreti sono poco convincenti, ma il film riesce a catturare lo spettatore, merito di una regia attenta ai particolari ma con una visione d’insieme particolarmente efficace. Gli amici del marito che lo accolgono con gioia ma che cercano di allontanarlo, la donna ben presto considerata strega malefica da eliminare, il prete giunto da Bressanone per le indagini prima della beatificazione che scopre troppo, la sensazione di una catastrofe sempre presente durante tutto lo sviluppo del film. Altro elemento classico del horror con possessione: l’irlandese rimane incinta e rimane il dubbio su chi sia realmente il padre. In poco più di ottanta minuti la regista costruisce un prodotto a livello, o superiore, rispetto a tanti titoli che sono ospitati sugli schermi: evita effettacci, sangue, violenza limitandosi a creare la tensione attraverso accadimenti sempre più drammatici. Originale e indovinata la fotografia di Ciaran Tanham, che riesce con poca tecnologia e molte idee a creare degli interessanti chiaro scuri, immergendo spesso la scena in un buio di grande tensione. Gli interpreti non evidenziano grandissima bravura, ma sono tutti accettabili.
