Seconda puntata di una saga che già dimostra di avere il fiato corto, si basa su splendidi effetti visivi più che su vere idee di sceneggiatura: un bellissimo contenitore che racchiude il nulla. La bella Tris ed il baldo Quattro sono in fuga, inseguiti da Jeanine, leader degli Eruditi, una fazione elitaria assetata di potere che cerca di dominare la città – stato che ritengono essere l’unico avamposto rimasto della razza umana.
In corsa contro il tempo, devono scoprire il motivo per cui i genitori di Tris, coraggiosi patrioti, abbiano sacrificato la vita; oltre a questo, dare una logica al comportamento dei vertici degli Eruditi che cercano di fermarli con ogni mezzo. Condizionata dalle scelte compiute, ma decisa a proteggere chi ama, Tris, affronta sfide impossibili fino a scoprire la verità sul passato e le conseguenze che avrà sul futuro del loro mondo. Al secondo appuntamento con questo Insurgent, la saga basata sui romanzi di Veronica Roth, cambia regista e sceneggiatori, acquistando in ritmo e varietà ma perdendo in vero interesse. All'altalenante Neil Burger succede dietro alla macchina da presa il tedesco Robert Schwentke, ormai a suo agio con l'action dopo il riuscito Red (2010) interpretato da Bruce Willis, Helen Mirren e Morgan Freeman, e preoccupato di far dimenticare il flop di R.I.P.D. Poliziotti dall'aldilà (R.I.P.D., 2013) anche se l'esperienza con gli effetti visivi maturata con quest'ultimo film gli deve essere stata più che utile per costruire il grande carrozzone mediatico. Sceneggiatura un po’ stiracchiata, colpi di scena prevedibili e in molti casi particolarmente forzati, ma con la bravura e spontaneità della protagonista Shailene Woodley, alleggerita dalla chioma e ora con un look più aggressivo confronto il titolo precedente, che regge con credibilità le assurde situazioni imposte dal genere in cui troppi sono sempre più gli ingredienti obbligatori. L'elemento sentimentale conta meno che nel film precedente, qui Quattro è solo una presenza confortante, tenendo presente le esigenze del giovane pubblico maschile che in sala accompagna la propria ragazza. New entry per una moderatamente brava Naomi Watts e ancora una volta di Kate Winslet, cattivissima severa e poco credibile.