E’ un film da Premio Oscar, è costruito attorno alla figura di una studiosa del linguaggio che si rende conto di avere problemi nell’esprimersi, nel ricordare. Still Alice di Richard Glatzer e Wash Westmoreland racconta e vive il personaggio interpretato da Julianne Moore (per ora, ha già vinto il Golden Globe) con bravura, dedizione e assoluta credibilità. Alice Howland, felicemente sposata e madre di tre ragazzi con caratteristiche molto differenti tra loro, è una rinomata professoressa di linguistica che, improvvisamente, inizia a dimenticare le parole.
Quando le diagnosticano una forma precoce di Alzheimer, Alice e la sua famiglia vedono messi a dura prova i loro rapporti. La sua battaglia per cercare di rimanere legata alla persona che era una volta è terribile, commovente e ammirevole. La lacrimuccia è sempre pronta a sgorgare più per le situazioni raccontate che non per come sono portate sullo schermo. Questa cronaca di un decadimento intellettuale è toccante, impossibile da non vivere come situazione possibile e credibile. Lisa Genova, l’autrice del romanzo da cui il film è tratto, è studiosa della psiche e ha vissuto il dramma della perdita lenta e tragica della mente della nonna. Il racconto viene fatto attraverso le emozioni della protagonista la quale si rende conto come il mondo che l’attornia cambi anche nei suoi confronti. Perde il posto all’Università, ha l’appoggio ma non il vero amore dal marito, crea disagio nei figli che non vorrebbero avere il problema di gestirla. Bello il personaggio della piccola di casa, attrice in cerca di se stessa e contestatrice che rinuncia alla sua esteriorità e al desiderio di gloria per mettersi amorevolmente al servizio della madre che aveva sempre contestato. Viene spontaneo pensare che la scelta di Alec Baldwin, inespressivo e poco convincente come non mai, sia stata fatta con cognizione di causa proprio per fornire alla Moore quel distacco qualitativo ancora maggiore. Baldwin fa di tutto per non apparire e ci riesce benissimo. Richard Glatzer e Wash Westmoreland sono sceneggiatori e registi del film, Richard sta vivendo un grave stato di salute che lo sta portando verso l’impossibilità assoluta di muoversi e di potersi esprimere con le parole. Questo suo dramma lo ha aiutato a fornire una lettura più umana e meno melodrammatica di una storia che il dramma lo fa vivere in prima persona.