L'uomo con i pugni di ferro segna l’esordio nella regia del rapper RZA, complice Quentin Tarantino che ha anche prodotto e garantito la sua riuscita con un imprinting mediatico a livello mondiale. In questo film di arti marziali che ha sempre amato e venerato, ha tentato di imitare lo stile del suo amico e maestro per cui ha curato, tra l’altro parte, della colonna sonora di Django Unchained (2012). Purtroppo, non ha saputo assorbirne l’ironia, il gioco delle citazioni dotte o popolari e ha proposto sullo schermo solo l’esagerata violenza tarantiniana.
Siamo nella Cina del XIX secolo, qui il fabbro di Jungle Village è stato costretto, sin dal suo arrivo, a creare armi di distruzione destinate alle fazioni locali. Quando la guerra tra clan esplode, decide di incanalare antica energia per mutarsi in un'arma umana e salvare la sua gente. RZA ha amato troppo il film, ha fatto una lunghissima pre - produzione coinvolgendo la controfigura, attore e regista di oltre trenta film Corey Yuen cui ha affidato il coordinamento delle scene d’azione- Per gli effetti speciali ha arruolato il quotato Wai Kit Lau, attivo anche in Usa con The Karate Kid - La leggenda continua (The Karate Kid, 2010) di Harald Zwart, un cineasta specializzato soprattutto in horror. Del gruppo ha fatto parte anche l’esperto direttore di fotografia hongconghese Chi Ying Chan. Il film visivamente funziona, ma non riesce mai a donare vere emozioni. Anche nel ruolo del protagonista, il rapper si prende troppo sul serio e cerca di fornire spessore drammatico a un personaggio che richiedeva maggiore lievità unite alla capacità di far sorridere e non essere giudicato per le impossibili scene d’azione in cui è coinvolto. Si respira anche aria di western spaghetti e Russell Crowe interpreta un inglese oppiomane e particolarmente attratto dalle grazie femminili che sembra tratto da Django Unchained (2012). Proprio per una certa incapacità a dirigere soprattutto i divi, la figura meno riuscita è quella interpretata da Russell Crowe che gigioneggia in maniera a dir poco fastidiosa. In definitiva, questo regista ha realizzato un buon prodotto d’intrattenimento in cui l’errore fondamentale è quello di avere tentato di imitare Quentin Tarantino non avendone le capacità. Per il resto, il film può divertire gli appassionati di prodotti made in Hong Kong con coreografie volanti sempre bene eseguite. La parte migliore è la colonna sonora in cui il cineasta ha potuto esprimere tutta la sua bravura di artista vero e di musicista di ottima qualità.