Peter Bogdanovich non è solo un regista raffinato e colto, ma è anche uno scrittore, attore, produttore, critico e storico del cinema amicano di prim’ordine. I suoi libri sul Orson Welles, John Ford e Fritz Lang sono esempi di critica e storia di grande rigore.
Stessa valutazione per i film che ha diretto, diciotto dal 1968 al 2004, molti dei quali sono rimasti nella memoria come vere e proprie pietre miliari: L’ultimo spettacolo (The Last Picture Show, 1971), Paper Moon (1973), Nickelodeon (1976). Con Tutto può accadere a Broadway imbocca la strada della commedia vorticosa che mette assieme il teatro boulevardier francese e la classica farsa sentimentale americana. Una giovane attrice nell’attesa del successo campa facendo la prostituta d'alto bordo e incontra un regista famoso e dal cuore d’oro che le regala una grossa somma di denaro. Anni dopo le vite dei due s’incrociano nuovamente e questo capita quando la ragazza è chiamata a sostenere un provino per una nuova produzione teatrale diretta dal regista. Tutto intorno una manciata di personaggi che paiono usciti dai canoni del cinema comico più tradizionale: l’attrice e moglie del regista, il primo attore che ha mire su di lei, un magistrato irretito dal fascino della giovane attrice, un poliziotto privato che si traveste da ebreo ed è il padre dell’autore del copione, una psichiatra collerica e triste. E’ un universo scombinato e pasticcione che finisce col trovarsi proprio dove non dovrebbe e ad animare equivoci colossali. Si ride molto ma lo si fa rispettando l’intelligenza e la grazia, senza cadere mai nel pecoreccio. E’ un film divertente e raffinato come è nella migliore tradizione di questo autore e del più nobile cinema di commedia.