Cento anni (e più) e non li dimostra. L’Ape Maia accompagna i sogni dei bimbi senza mai chiedere altro se non di lasciarsi abbandonare un poco alla fantasia. Non è un prodotto creato negli Stati Uniti, uno stereotipato personaggio inventato dai nipponici (anche se è la serie televisiva giapponese che la ha fatto meglio conoscere), ma una dolce amica immaginata dallo scrittore tedesco per ragazzi (e non) Waldemar Bonsels.
Seguito ideale di L'Ape Maia - Il film (Maya the Bee Movie, 2014), è sicuramente a lui inferiore, incapace di ricreare certe atmosfere magiche. Se ne sono accorti anche i produttori che hanno voluto aggiungere ai due registi Alexs Stadermann che aveva diretto con buon risultato il precedente. Ma il pubblico a cui è indirizzato, d’età prescolare, si diverte: questo, tutto sommato, è l’unica cosa che conta davvero. L'alveare di Maia non viene invitato alle celebri Olimpiadi di miele, causando nell'ape un profondo disappunto. Maia, insieme al suo amico Willy, decide quindi di recarsi a Buzztropolis per incontrare l'Imperatrice e convincerla a cambiare opinione. L'incontro si conclude tuttavia con un incidente diplomatico e l'Imperatrice, infuriata, propone a Maia una sfida: il suo alveare può partecipare alle Olimpiadi ma, in caso di sconfitta, deve rinunciare a tutto il suo miele. Per ottenere la vittoria, il gruppo è quindi costretto a fare gioco di squadra.