Le ricette della Signora Toku (An) della regista e produttrice giapponese Naomi Kawase ha aperto, lo scorso maggio, la sezione Un Certain Regard del Festival di Cannes. Il film è tratto da un racconto di Durian Sukegawa e fa riferimento a una sorta di frittella doppia farcita con marmellata di fagioli rossi detti dorayaki.
Santaro, reduce dal trauma di aver causato un grave handicap a un uomo con cui si è scontrato in una rissa da bar, gestisce malamente un chiosco in cui cucina frittelle dolci, tuttavia non è mai riuscito a realizzarne di debitamente quelle farcite di marmellata di fagioli. Un giorno gli si offre come assistente un’anziana capace di cucinare una composta sublime. La donna è affetta dalla lebbra e ha vissuto sino a pochi anni prima in un sanatorio interdetto ai non ammalati. La sua presenza causa un vero e proprio rilancio dell’attività del piccolo esercizio ora affollato da estimatori di quel tipo di dolce. La donna, che ha la dote di parlare con le piante e gli uccelli, è costretta a ritirarsi e andare a morire in quasi solitudine causa i pettegolezzi della moglie del proprietario del piccolo esercizio che avanza mire sul chiosco a favore di un suo giovane protetto. La scomparsa dell’ammalata funzionerà come una sorta di catarsi per il protagonista che recupererà il gusto del lavoro ben fatto secondo le regole dalla tradizione culinaria. E’ un film molto delicato, che racconta una storia moralmente ineccepibile contro l’emarginazione dei lebbrosi e che vive soprattutto grazie alla straordinaria bravura dell'attrice Kiki Kirin.