Michela Andreozzi non è la solita cabarettista che decide di dirigere un film per dimostrare che lo può fare anche lei. Quarantottenne, nasce come autrice di testi per la Domenica In di Gianni Boncompagni dove doppia anche alcune ragazze, prosegue col duo comico Gretel & Gretel e diventa anche conduttrice di trasmissioni radiofoniche e televisive – siamo nel 1996 – per proseguire come interprete cinematografica e televisiva, mai dimenticando la sua vena da sceneggiatrice.
Si inizia ad occupare di cinema dietro all’obiettivo quest’anno col bel corto D.U.G.U. Dietro Un Grande Uomo, da lei interpretato con Luca Argentero, visibile in rete col link http://www.rai.it/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-8b76294a-d0da-40c7-a3f4-618dcab11224.html. In pochi mesi, dopo il successo ottenuto quale regista, ha realizzato il suo primo lungometraggio a cui partecipano tantissimi attori, molti son amici di Michela, che si prestano volentieri a darle una mano in questa nuova impresa. Il problema, non solo suo ma di molti al loro impegnativo debutto quali registi, è che nell’opera prima spesso si straborda come contenuti, non si sa scegliere su cosa mettere o togliere con un certo disequilibrio tra quello che dovrebbe essere il tema principale e tutto il contorno. Qui alcuni sviluppi collaterali rischiano di soffocare la storia delle sorelle quasi coetanee con la più affermata nella vita che accetta di partorire un figlio per l’altra distrutta da una vita mediocre condivisa con un collega che non la capisce come donna. Il fratello malato di ecumenismo, i genitori che sono molto presenti ma poco utili per la storia, un operaio che lavora in un cantiere eterno di fronte alla casa di una di loro, e così via. Si salva, ma per la sua usuale capacità di riuscire sempre interessante, Arisa che appare come ragazza madre con aspetto da hippy fuori tempo con un trucco del viso devastante ed un pancione sproporzionato: ma è un piccolo personaggio pieno di grandissima umanità. E’ un film al femminile dove gli uomini poco appaiono e sono visti come marionette mosse dalle donne. Pasquale “Lillo” Petrolo è l’acculturato compagno della donna che vuole divenire mamma che si occupa solo della Lazio e di punire gli automobilisti indisciplinati con numerose multe, Giorgio Pasotti è il raffinato fisioterapista compagno della futura mamma, Stefano Fresi il ginecologo gay delle sorelle che ha fatto procreare in Canada due figli con un utero in affitto. Tutti appaiono solo per giustificare quanto fanno, o non fanno, le donne. Due sorelle sui quarant’anni si vogliono bene ma sono diametralmente opposte: una è violoncellista anticonvenzionale che ha una vita brillante, e l’altra imbranata vigilessa. Condividono le loro vite rispettivamente con un fisioterapista dolce e carismatico ed un collega ordinario e dal pessimo carattere. La più estroversa non vuole avere figli, l’altra non sogna che divenire madre. Per amore suo, la musicista accetta di portare avanti una gestazione per la sorella. Deve nascondere il pancione crescente e l’altra deve fingere di essere incinta. Complicazioni.
