Lukas Moodysson torna ad affrontare uno dei temi più ricorrenti della sua filmografia che ha trattato in alcuni titoli di buon interesse: i fremiti sessuali dei più giovani. Il percorso era iniziato con l’opera prima Fucking Åmal - Il coraggio di amare (Fucking Åmal, 1998) che esplorava il rapporto tra le sedicenni Elin e Agnes, proseguendo con Lilja-4-ever (Lilja-4-ever, 2002), in cui si occupava della sessualità di Lilja, anche lei sedicenne, che vive in uno sperduto sobborgo nella ex Unione Sovietica.
Qui il regista svedese racconta una storia possibile in cui la vera protagonista è la protesta contro la società raccontata e ritmata attraverso il punk, forma di vita e di disobbedienza che, soprattutto negli anni ’80, ha trasformato molti tranquilli ragazzi in ribelli convinti. We are the Best è stato presentato nella sezione Orizzonti della settantesima Mostra di Venezia raccogliendo giudizi discordi. Il film è basato sulla graphic novel (Aldrig Godnat) di Coco Moodysson, moglie del regista, e questo rappresenta un pregio ma anche un difetto. La narrazione è frazionata in tante piccole storie che creano un insieme non sempre convincente, i personaggi non riescono a crescere proprio perché i capitoli del film sono troppi e poco approfondiscono la psicologia delle protagoniste. A questo si aggiunge il tentativo di non tradire quanto ideato da dalla disegnatrice per cui molte situazioni appaiono inutilmente inamidate, prive di movimento e di vere emozioni. E’ comunque opera interessante, in cui il suo spettro di ricerca si occupa di ragazze tredicenni che si sentono adulte, vorrebbero cambiare se stesse e il mondo, ma hanno come unici compagni di vita la confusione e l’insicurezza urlate in maniera tale da sembrare manifesto di protesta giovanile. Siamo nella Stoccolma dei sobborghi in un gelido 1982. Bobo e Klara, lasciate tutto il giorno sole dai genitori che lavorano, sono molto amiche e rifiutano di esprimere se stesse attraverso coreografie organizzate dalla scuola. Si tagliano i capelli, diventano esteriormente punk, maltrattano una batteria ed un suonatore basso e lo fanno convinte di suonare musica alternativa. Conoscono una loro coetanea tutta boccoli d’oro che suona perfettamente la chitarra classica, ne divengono amiche e la convincono ad unirsi a loro rinunciando anche ai suoi bei capelli. Sono felici, superano assieme l’assenza dei genitori ma, quando conoscono un giovanissimo musicista, il loro rapporto rischia di andare completamente in crisi. Deliziose le tre debuttanti, brave le coetanee, di poco spessore le figure dei genitori.