Sono molte le strade del cinema documentaristico. C’è la via della ricostruzione storica, l’analisi artistica, l’attenzione alla natura e il saggio biografico. Roman Polanski: A film memoir (Roman Polanski: Una biografia cinematografica) di Laurent Bouzereau appartiene a quest’ultima categoria e racconta la vita, segnata da eventi terribili, del regista nato a Parigi, nel 1933, con il nome Rajmund Roman Thierry Liebling. Il padre, Ryszard Liebling, era un ebreo d’origine polacca, con ambizioni di scultore e pittore, che lavorava per l’etichetta discografica inglese His Master's Voice (La voce del Padrone).
La madre, Bula Katz-Przedborska, proveniva da una famiglia ebrea russa, da tempo convertita al cattolicesimo. Nel film il cineasta si fa intervistare da Andrew Braunsberg, suo vecchio amico e produttore di alcuni suoi film. L’incontro avviene nello chalet svizzero in cui il regista è rimasto vari mesi agli arresti domiciliari dopo il fermo, in conformità a un vecchio mandato di cattura internazionale emesso da un giudice di Los Angeles, all’aeroporto di Zurigo, il 26 settembre 2009, città in cui era andato per ritirare un premio alla carriera. La particolarità dell’opera sta nell’accostamento di sequenze cinematografiche, soprattutto da Il pianista (The pianist, 2002), con i ricordi dell’intervistato, relativi, soprattutto, alle persecuzioni subite nel ghetto di Varsavia. Qui Roman Polanski fu rinchiuso con la famiglia nel 1940 e da qui riuscì a evadere andando a vivere in una famiglia contadina cui suo padre aveva versato una somma consistente in denaro e gioielli. Gli altri snodi drammatici della sua vita furono l’assassinio della moglie, l’attrice Sharon Tate, da parte della banda satanista di Charles Manson, e il processo subito nel marzo del 1977 per aver avuto rapporti sessuali con la minorenne Samantha Geimer. Quest’ultimo episodio è alla base del suo ritorno in Europa e alla decisione di non mettere più piede negli Stati Uniti. Tutto questo è raccontato con pudore e lucidità, senza toni comizieschi, ma non intensa, sincera emozione.