Commedia molto prevedibile e debitamente sviluppata pensando ad accattivarsi il gradimento del grande pubblico, Big Wedding di Justin Zackham conferma come i grandi attori ormai accettino qualsiasi prodotto pur di lavorare.
Robert De Niro malato di sesso, Diane Keaton con orgasmi da nove ore grazie alle tecniche filosofiche sono un brutto vedere ed imbarazza chi questi attori ha amato. Don e Ellie Griffin, una coppia da tempo divorziata, sono costretti ad interpretare una coppia felice per il bene del matrimonio del loro figlio adottivo, dopo che la madre biologica ultra-conservatrice decide inaspettatamente di volare dall'altra parte del mondo per partecipare al lieto evento. La madre è colombiana e porta con se la figlia che si rivela molto disinibita, come alla fine del film svela essere anche la genitrice che non è sicura nemmeno di chi sia il figlio. A questa situazione iniziale si aggiungono le vicende dei due figli naturali della coppia a cui la sceneggiatura ha offerto ben poco. La ragazza è un avvocato che si è appena lasciata col fidanzato che non sa di essere un prossimo padre, il maschio è un medico ventinovenne ancora vergine perché vuole donarsi solo all’amore della sua vita e che finisce a letto con la sorella del fratellastro. Che dire, tutto falso, tutto sovradimensionato come in tante commedie hollywoodiane, ogni cosa è di una sconcertante prevedibilità. Personaggi di contorno il prete ubriacone che fa parte degli alcolisti anonimi con il padre dello sposo, il futuro suocero che ha avuto avventure con la madre adottiva dello stesso, la suocera cornificata e felice perché lei stessa si diverte col sesso, la vera compagna di Robert De Niro che si trasforma in responsabile del catering matrimoniale per vendicarsi un po’ di tutti. In questo ruolo una stanca Susan Sarandon, incapace di fornire un minimo di credibilità in quanto fa e dice.