Il trentaseienne Jonathan Levine dimostra di essere autore interessante che riesce ad affrontare una commedia apparentemente solo giovanilistica inserendo una garbata difesa verso gli emarginati, il tutto con ironia e umorismo. E’ vero, in Warm Bodies non mancano nemmeno scene un po’ truculente con i morti viventi che sbranano umani e gli Ossuti (morti viventi cui è rimasto solo lo scheletro) che si avventano contro di tutti, ma tutto senza prendersi troppo sul serio.
Dopo il drammatico 50 e 50 (50/50, 2011) che racconta della crisi esistenziale di ventisettenne che scopre di essere affetto da tumore, e Fa la cosa sbagliata (The Wackness, 2008) in cui giovane spacciatore s’innamora della figliastra dello psichiatra tossicodipendente, propone una nuova vicenda in cui i giovani e i loro problemi sono al centro della vicenda. Tratto dall’omonimo romanzo d’esordio di Isaac Marion, basato sul suo stesso racconto I am a Zombie Filled With Love, narra di un mondo in cui molti sono divenuti Zombie forse per un esperimento scientifico sbagliato. Per difendersi, il capo degli umani Generale Grigio costruisce muraglia che divide loro dai morti viventi. Accade che, durante una spedizione per recuperare medicinali nella zona infetta, sia ucciso il fidanzato della figlia del militare da un anomalo Zombie che s’innamora della ragazza; da qui nasce un’evoluzione che permette a lui di tornare a essere umano, seguito da tanti altri morti viventi. Un film chiaramente ispirato al Romeo e Giulietta (The Most Excellent and Lamentable Tragedy of Romeo and Juliet, 1594-1596) di William Shakespeare (1564 – 1616), con lei che si chiama Julie, lui R (non si ricorda il nome ma solo l’iniziale...). Tuttavia questo l’amore contestato dal padre della ragazza, ha il vantaggio, confronto a Twilight Saga di Stephenie Meyer (1973) e dai film che ne sono stati tratti cui potrebbe assomigliare, di essere più commedia che non vicenda sentimentale con una credibile crociata volta a convincere che spesso le apparenze ingannano e che siamo tutti uguali... anche Zombie e umani. Il mix tra i vari elementi funziona, come i non invasivi effetti speciali delle scene horror. Particolarmente bravo il giovane Nicholas Hoult. A conferma che il ragazzino alienato di About a Boy – Un ragazzo (About a Boy, 2002) non era solo una prova fortunata, il ventitreenne inglese dimostra di essere attore completo in un personaggio che rischiava di cadere nel ridicolo o nel melodrammatico: invece, lo si ama da subito per la sua umanità. Il Generale Grigio è interpretato con la solita bravura da John malkovich, anche se il personaggio non è certo uno di quelli che si ricordino.