Clown nasce da un fake trailer (finto promo di film) fatto circolare in rete da Jon Watts e Christopher D. Ford, rispettivamente regista e sceneggiatore del corto. Il video è riuscito però a catturare l'attenzione di Eli Roth, fatto passare per regista dello stesso, che ha proposto ai due di creare un film proprio partendo da quel divertente filmato.
Il risultato è quantomeno interessante e si discosta notevolmente dalla piattezza di tanto cinema horror. In realtà, il film è qualcosa di più e qualcosa di differente. Sonda le paure legate alla figura del clown, le rende protagoniste di una vicenda possibile in cui esiste l’identificazione da parte degli spettatori. Il padre che indossa un costume per rendere felice il figlio che compie gli anni è possibile e credibile, il fatto che questo abito sia in realtà la pelle di un terribile demone scandinavo viene reso quasi logico. Non ci sono porte che scricchiolano, effetti speciali invasivi, ma la paura da parte di un uomo normale di fronte a una realtà che lo soffoca. La bravura degli sceneggiatori è stata quella di creare tre personaggi con pari importanza che si alternano all’interno della storia creando sempre nuovi possibili sviluppi. La moglie del uomo, innamoratissima ed in attesa di un altro figlio, deve decidere se difendere ad oltranza il marito da tutti – lo fa con estremo vigore – anche divenendo lei stessa assassina o se sacrificarlo per salvare il figlio. Il proprietario del costume, posseduto malignamente a suo tempo dallo stesso, vive il dramma di avere fatto uccidere cinque bambini per essere liberato dal demone. Proprio in queste figure è la bellezza del film che crea tensione, paura utilizzando unicamente il disagio dei protagonisti. Jon Watts, giovanissimo regista di corti e d’animazione è qui alla sua opera prima. Clown è un film che non ha niente da spartire con altri prodotti in cui il buffo uomo è un assassino seriale: ripropone le atmosfere del body-horror degli anni settanta - ottanta in un contesto da fiaba gotica, più angosciante che spaventoso. Come se fossimo all’interno di una storia pensata dai fratelli Grimm, Jacob (1785 – 1863) e Wilhelm (1786 – 1859), i bambini vengono davvero uccisi, smembrati e mangiati da questo involontario cattivo. L’inizio è forse la parte meno convincente, ma ben presto suspense e tensione diventano assoluti protagonisti. Gli effetti speciali dal taglio artigianale hanno il piacevole sapore del buon vecchio cinema di paura di una volta in cui si utilizzavano le idee e non le tecniche digitali. La narrazione ha un ben dosato equilibrio tra divertimento e scene capaci di creare un disagio quasi fisico allo spettatore grazie anche all’ottima interpretazione. Peter Stormare è il padrone del costume che ha già vissuto il dramma del padre del ragazzino, Andy Powers già visto nella serie televisiva E. R.- Medici in prima linea (1994 al 2009) è il clown per caso, mentre Laura Allen è la donna che darà la svolta alla storia. Un bimbo di sette anni vuole festeggiare il suo compleanno con l’intervento di un clown che, invece, fa forfait. Per non deludere le aspettative del figlio, un tranquillo agente immobiliare decide di travestirsi da pagliaccio, grazie a un costume ritrovato fortuitamente in una delle case che deve vendere. Finita la festa, l’uomo si addormenta esausto col costume addosso, ma il giorno dopo scoprirà che non sarà così facile disfarsene e che quel buffo travestimento si sta impossessando di lui.
