Vita difficile per un tradizionale film d’animazione in 2D qual è Le avventure di Zarafa - Giraffa Giramondo (Zarafa, 2011) in cui si rinuncia a effetti speciali, a vicende anche gradevolmente fracassone per raccontare una storia dolce, bene animata e con fondali d’incredibile qualità artistica. Difficoltà di distribuzione ma chi ha la fortuna di vederlo ne esce felice. E’ la storia di una giraffa di due anni, orfana che vive nel deserto del Kurdufan, in Sudan, ed è inviata dal Pascià d’Egitto in omaggio al Re di Francia per il suo zoo privato, dell’amicizia con bimbo, anche lui orfano, del volo in mongolfiera attraverso il Mediterraneo, dell’amore.
Rémi Bezançon aveva scritto la storia nel 2001 con Alexander Abela, uno sceneggiatore - regista inglese che ha diretto due curiosi e interessanti film tratti da opere di William Shakespeare, Makibefo (2001) ispirato al Macbeth e Souli (2004) basato su Otello. Dopo avere girato il suo primo film, Ma Vie En L’Air (La mia vita nell’aria, 2005), tre anni doo aveva fatto leggere lo script alla produttrice Valérie Schermann che, convinta del progetto, ha voluto fosse lui stesso a dirigerlo. Per sopperire all’esperienza nell’animazione a lui completamente mancante, gli affiancarono Jean-Christophe Lie, responsabile dell’animazione di Appuntamento a Belleville (Les triplettes de Belleville, 2003) di Sylvain Chomet. Il connubio ha funzionato realizzando a un’opera poetica, non necessariamente pensata solo per un pubblico infantile, capace di raccontare con semplicità ed efficacia lo schiavismo, la guerra tra turchi ed egiziani, i difficili equilibri politici tra Africa e Francia, il mondo magico dei Tuareg, la mancanza di rispetto degli europei per culture che non conoscono, le mode che trasformano ogni cosa in occasione di epidermico piacere. Sempre più ci si accorge che temi difficili trovano un perfetto veicolo di diffusione proprio attraverso questo tipo di film che riesce a fare digerire realtà e situazioni sgradite e poco note: un esempio per tutti Valzer con Bashir (Waltz With Bashir, 2008) dell'israeliano Ari Folman. A tutto questo va aggiunta la bellezza dei fondali in cui la natura rivive nei suoi più autentici colori, ricostruzioni di Alessandria d’Egitto e di Parigi dell’ottocento fatte in maniera perfetta, un’animazione curata che ha richiesto l’utilizzo di oltre 160.000 disegni. Il film parte dall’anziano che, all’ombra di un baobab, racconta a bimbi estasiati la storia dell'amicizia tra un ragazzino e la giraffa Zarafa, entrambi orfani, il loro viaggio in mongolfiera nel 1827 perché il Pascià d'Egitto voleva donare l’animale al re di Francia Carlo X per ottenerne il sostegno contro i turchi che assediavano Alessandria d'Egitto. Alla fine si scoprirà che il ragazzino è, in realtà, l’avo di tanti di loro poiché liberando dalla schiavitù e sposando la ragazzina che aveva incontrato all’inizio della storia, aveva creato al loro villaggio. Zarafa è stata per davvero la prima giraffa giunta oltralpe e creò grande interesse, folli modi di vestire: morta a diciotto anni, è imbalsamata e visibile al Museo di Storia Naturale di La Rochelle. Ovviamente, non viaggiò a bordo di una mongolfiera, ma fu caricata su una nave sarda diretta a Marsiglia modificata per permettere all’animale in coperta di stendere il collo. Dopo qualche mese trascorso nella residenza del Prefetto di Marsiglia, a primavera il mammifero proseguì il suo viaggio verso Parigi via terra. Qui fu accolta, come appare nel film, da Geoffroy Saint-Hilaire, direttore del Museo Nazionale Francese, di cui i Jardin des Plantes erano un dipartimento. L’animale diventò molto popolare in tutta la Francia, dove il pubblico fu preso da una vera e propria giraffomania. La moda durò oltre tre anni. Da non dimenticare, poi, lo splendido apporto di Vinicio Capossela quale narratore e autore di un brano di rara bellezza in cui è ben presente il magico filo sottile che lega da sempre la sua musica al mondo dell’infanzia con l’utilizzo di filastrocche, marcette, ballate perfette per raccontare in maniera diretta personaggi, vicende, storie che spesso hanno nel proprio svolgimento la dimensione narrativa delle favole.