Spring Breakers (Vacanze di primavera) porta la firma dell’americano Harmony Korine, un vero specialista in operazioni provocatorie. Di lui si ricorda almeno Gummo (1997) approdato alla Mostra d’Arte cinematografica di Venezia ove suscitò più repulse che consensi.
Anche quest’ultima fatica è transitata per gli schermi del lido e molti si sono chiesti per quale ragione sia stato messo in cartellone. E’ la storia di quattro liceali che compiono una rapina per procurarsi i denari indispensabili a passare un periodo di vacanza in Florida. Qui - in un’atmosfera piena di seni, sederi e giovani vocianti degna del Playboy degli anni ottanta – cadono nelle mani di un gangster che presto sottomettono alle loro voglie. Quando questi si scontra con un boss della droga due di loro – le altre nel frattempo sono tornate all’ovile – sterminano accoliti e capo dopo di che ritornano anche loro a casa su una fiammante Ferrari. In tutto il film - qualunque siano le situazioni, compreso un rapido soggiorno in prigione – si presentano in bikini fosforescenti, bevono a garganella, sniffano cocaina e fanno l’amore nei luoghi più disparati fra loro e con il capo. E' difficile dare un significato a questo groviglio d’immagini più vicine a uno spot pubblicitario vecchia maniera che con un vero film.