Rams - Storia di due fratelli e otto pecore è il pessimo titolo affibbiato dalla distribuzione italiana all’originale Hrútar (Montoni) dell’islandese Grimur Hakonarson. E’ la storia del conflitto tra Gummi e Kiddi, due fratelli allevatori di ovini che abitano uno accanto all’altro in una remota valle di quella fredda nazione ma non si parlano da quarant’anni se non attraverso pizzini affidati ad un simpatico cane che sembra l’unico legame fra di loro. Si riavvicinano, sempre con non poche rudezze, quando debbono fronteggiare un’epidemia di scrapie, una malattia praticamente incurabile di pecore e ovini simile alla mucca pazza (stessa famiglia BSE), che colpisce il sistema nervoso delle greggi e costringe le autorità ad emanare un ordine di abbattimento e disinfestazione generale.
Uno dei due, quello che ha denunciato per primo la possibile infezione, accetta la disposizione ma cerca di aggirala nascondendo in cantina un montone e sette pecore da lui allevate. Spera, così facendo, di preservare la razza che, altrimenti, andrebbe estinta. L’altro si ribella e si fa arrestare. I due ritroveranno un momento di solidarietà quando si uniranno per salvare da una nuova requisizione le bestie nascoste. Finiranno in una tempesta di neve e rischieranno la morte per assideramento. A questo punto sarà proprio il fratello più ribelle a salvare la vita all’altro. Il film sembra aver poco di straordinario, ma è reso unico dalla maestosità dei paesaggi e l’immagine della frugalità di vita di questi allevatori usi restare soli per molti mesi con l’unica compagnia degli animali a cui badano. Un altro dato positivo è la miscela fa la condizione drammatica in cui sono immersi e l’ironia che il regista dissemina con misura e intelligenza. Questo film ha vinto il premio messo in palio dalla sezione Un Certain Regard del Festival di Cannes 2015.