Giovanni Bognetti fa parte della factory di Colorado – produttrice sia cinematografica che televisiva - come autore completo che spazia dallo sketch alla realizzazione di un intero programma. Regia di un corto in coppia con Nicola Buffoni - Le impronte della tartaruga (2006) – e varie sceneggiature. È stato a fianco di Paolo Ruffini – qui coprotagonista – in Fuga di cervelli (2013) sua opera del debutto, e lo ha seguito anche in Tutto molto bello (2014).
I suoi script sono sempre di buon livello e cerca di evitare volgarità creando vere e proprie commedie realmente per famiglie. Lo ha anche dimostrato con i due titoli con regia di Guido Chiesa – altro buon sceneggiatore di Casa Colorado promosso realizzatore - Belli di papà (2015) e Ma che bella sorpresa (2015). Di lui si fida moltissimo il patron Diego Abatantuono, che spesso è presente come interprete nei film da lui scritti. Detto questo, è stato deciso di affidargli il remake di Babysitting, commedia d’oltralpe piacevolmente allegra. La sua scelta stilistica è stata quella di cavalcare l’originale senza apportare variazioni di rilievo, utilizzando al massimo la costruzione narrativa che funziona perfettamente. Così facendo, non ha firmato un’opera d’autore ma ha realizzato una commediola scacciapensieri dove l’affiatatissimo cast fa la differenza, creando più di un momento di autentiche risate. In onore di Diego Abatantuono, il dirigente che costringe il suo dipendete a fare il babysitter, l’ambientazione in una casa editrice è stato trasformato nel mondo del calcio a lui particolarmente gradito. Per il resto, comprese molte battute, è una bella fotocopia del film francese. Remake significa carenza di idee, e questo non è certo buona cosa, ma se offre un’occasione accettabile per divertire, può essere più che ben accetta. Protagonista il sempre più convincente Francesco Mandelli, compagno di lusso Paolo Ruffini (è un misurato ex campione di tiro al piattello) a cui si aggiunge la prova gradevole di del patron e la usuale bravura del comprimario di lusso Antonio Catania. La storia è raccontata in maniera efficace con la visione, di quanto è successo durante la notte, di un video girato dai protagonisti della festa commentato dagli stravolti genitori del ragazzino e aiuto alla Polizia per capire cosa è realmente sia capitato. A questo piano visivo si contrappone quanto esplosivamente fatto da ragazzi amanti del divertimento. Trentenne, che sogna di trasformarsi in procuratore sportivo, vive insicuro quale galoppino nell’ufficio di un affermato agente nel settore. Il giorno del suo compleanno il capo gli ordina di fare da babysitter al figlio visto che lui deve ricevere un importante premio. Dopo un primo momento di sconcerto il dipendente capisce che può essere l’occasione per emergere. I suoi scatenatissimi amici, da sempre pazzi protagonisti di quella serata particolare, decidono di organizzare una festa nella villa del boss, ma ben presto ogni cosa va fuori controllo. Al rientro dei padroni di casa, tutto è distrutto e nessuna traccia né del figlio né dell’impiegato. Un video forse potrà fare luce su quanto accaduto.